Un Oscar (per The Queen), una Coppa Volpi, 124 nomination e 122 premi in totale: ecco Helen Mirren, dama inglese del cinema internazionale che adesso diventa La vedova Winchester (dal 22 febbraio), con la regia di Michael e Peter Spierig, firmatari di Law&Legacy. Nel thriller ispirato alla storia vera di Sarah Winchester, vedova del re dei fucili William Wirt Winchester, l'attrice, ieri a Roma per il lancio di questo film di fantasmi, incarna appunto Sarah. Una donna singolare, perennemente vestita a lutto dopo la morte del marito. Una signora imperiosa, per il cui volere le 500 stanze della casa da lei eretta come una fabbrica di San Pietro dovevano sempre essere abitate. Dai fantasmi, ovviamente. «Per me non si tratta di un film horror: non amo il genere, infatti. È piuttosto un classico film di fantasmi, vecchia maniera. Tra l'altro, è basato su una vicenda reale e la casa dei Winchester esiste: io l'ho visitata, rimanendone stupefatta. Ci sono pannelli carichi di citazioni da Shakespeare, il cui significato ti sfugge», dice la Mirren, ritoccata con classe nel visino da riservata signora british, con villa in Salento.
Ma chi era la vedova Winchester? Fondamentalmente, la sposa del fondatore della fabbrica d'armi Winchester Repeating Arms Company, dal quale ebbe la figlia Annie, morta bambina. Quando Mister Winchester si spense, lei pensò subito a una maledizione: interverrà una medium a convincerla della necessità di costruire un'enorme casa per le anime dei morti, abbattuti dalle carabine che il marito vendeva. «Una storia radicata nella realtà: Sarah viveva come un'eremita, ricchissima, ma esiliata da tutto. E continuava a costruire la casa per placare le persone morte di morte violenta», spiega l'attrice. Così, ogni giorno, per 38 anni, dal 1884 al 1922, Mrs. Winchester chiese perdono, a modo suo, agli 8 milioni di morti trapassati dalle pallottole. «Non credo ai fantasmi: ci crederò quando ne incontrerò uno! Credo, però, nel potere dell'immaginazione. Diciamo che, a riguardo, sono agnostica», rivela Helen, vestitino a fiori e impeccabile pettinatura giovanile. Quanto alla vendita delle armi, la brava interprete ha le idee chiare. «Le armi fanno fare soldi, non soltanto negli Stati Uniti, anche se è facile puntare il dito contro gli States.
In Yemen, di recente, bombe costruite in Italia hanno ucciso molti bambini. Il film è puro intrattenimento: spero che lo spettatore s'impaurisca e provi emozioni», scandisce la star, ora sui nostri schermi con il film di Paolo Virzì, Ella&John.
«Non mi sorprende di non aver avuto alcuna nomination, per questo bel lavoro. La tempistica d'uscita del film non ci ha permesso di pensare alle candidature. D'altronde, a me piace il lavoro per il lavoro: non faccio film nella speranza d'essere candidata».
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