"Ho preso sberle e gloria. Con techno e grinta ora parte la mia terza vita"

Emma conclude un anno d'oro con un cd live e con l'ennesimo tour: "Ogni sera sul palco do il massimo per compensare il senso di solitudine. E non resisto alla voglia di reinventarmi sempre"

"Ho preso sberle e gloria. Con techno e grinta ora parte la mia terza vita"

Passo dopo passo, Emma si diverte a superare i pregiudizi. Era considerata una meteora e adesso il suo disco Schiena festeggia le ottantadue settimane in classifica. Sembrava monotona eppure ieri ha iniziato il terzo tour con tre arrangiamenti/repertori/guardaroba diversi. Insomma ha tolto la parola show al suo talent proprio per farsi accettare com'è: una che non ha mezze misure e canta a pieni polmoni come si capisce anche dal cd/dvd E live registrato dal vivo in estate che uscirà martedì giusto per chiudere una fase. «Ho voluto cambiare di nuovo», spiega lei quasi febbricitante alla fine delle prove nel Palasport di Acireale: «Per me salire sul palco è una gioia faticosa, impegno davvero tutta me stessa fino a consumare anche l'ultima riserva di energia». Ride, e si sente che ci crede sul serio. Stavolta ha fatto una inversione a U ed è tornata dove è partita: alla musica più elettronica, chiamatela drum'n'bass se volete, quasi ipnotica e comunque molto notturna, insomma assai diversa da quella proposta a luglio con orchestra all'Arena di Verona in una serata pedinata dalla pioggia.

Emma come mai cambiare ancora?

«Avevo il bisogno di reinventarmi, si dice così no?».

Eppure il disco è andato bene, i concerti sono sempre sold out e quindi perché farlo?

«Ho capito che era di nuovo il momento di farlo. E mi sono concentrata soltanto sulla musica tornando ai suoni che mi hanno accompagnato nella mia gavetta, quando mi esibivo da sconosciuta nei pub di fronte a pochissime persone».

Ossia?

«Molti synth, arrangiamenti diversi e brani che non ho quasi mai cantato dal vivo come Sembra strano o Cullami . Un concerto compatto con una band di sette elementi che mi piace definire multitasking: sanno adattarsi a ogni tipo di costruzione sonora. E comunque anche io ho cambiato il mio modo di presentarmi sul palco».

All'Arena di Verona aveva abiti da chanteuse .

«Stavolta mi cambio soltanto due volte. Arrivo in scena vestita come mi vesto ogni giorno, senza troppa ricercatezza».

Perché?

«Perché ho cambiato tanti abiti nella mia carriera. E sono passata per tanti bei vestiti, ma forse questi sono quelli che mi rappresentano meglio. E non per nulla li cambio solo nella seconda parte per diventare quasi una boxeur».

Addirittura.

«È un abbigliamento che mi va a pennello: ho sempre preso a pugni la vita e spesso ho ricevuto in cambio anche colpi bassi».

All'Eurovision Song Contest di Copenhagen è stato bassissimo.

«Ero arrivata molto gasata ma dopo mi sono resa conto che devo ancora crescere e che ho bisogno di nuove sfide per farlo».

Quando è tornata, ad attenderla c'era una montagna di critiche.

«Nella vita le sberle servono sempre e anche stavolta, seppur molto dolorose, hanno avuto il loro effetto. Di certo io sono una che non si tira indietro».

Difatti questo è in sostanza il terzo tour in un anno.

«E dopo l'ultima data al Forum di Milano il 25 novembre andrò a Madrid a cantare con David Bisbal durante il suo concerto. Due brani. In spagnolo naturalmente: Amame e Hombre de tu vida . Insomma, non mi fermo. Dopotutto non vado mai in vacanza, non sono fatta per le vacanze».

Se ne sono accorti in tanti.

«Sul palco vomito tutto. Poi torno in albergo e mi coglie il senso di solitudine e mi accorgo di essere per natura portata a dare tanto agli altri e poco a me stessa. È il mio modus vivendi sin da bambina: ho sempre avuto il bisogno, quasi la necessità di dover andare bene agli altri, mettendo me talvolta in secondo piano. Pensi che avevo l'ansia persino quando a otto anni recitavo la poesia durante il pranzo di Natale».

Una scena da film.

«E da allora non sono cambiata e mi sa che sarò così anche a ottant'anni: certi aspetti di noi ci accompagnano per tutta la vita, ci piaccia o no».

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