I due pesi e le due misure dei social

Come un ritornello che si ripete, l'indignazione social a fasi alterne colpisce ancora. Ma ormai ci siamo abituati anche a questo

I due pesi e le due misure dei social
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Ieri, il mondo dei social è stato giustamente monopolizzato (o quasi) da quanto accaduto alla giornalista di Toscana Tv, Greta Beccaglia. La 27enne è stata impudentemente palpata in diretta tv da un tifoso mentre era in diretta con lo studio per raccogliere le reazioni del post-partita. Le ha poi raccontato di altri episodi avvenuti fuori dalla diretta, altrettanto gravi e da condannare, ma ciò che ha sconvolto l'opinione pubblica è che tutto sia avvenuto senza remora alcuna davanti alle telecamere. Uno schifo.

Cerchiamo di mettere per un momento da parte quanto avvenuto fuori dallo stadio di Empoli e concentriamoci su quanto accaduto nelle ore successive sui social. Il web è stato invaso da commenti indignati, da dure reprimende e da richieste di daspo. Addirittura c'è chi è arrivato a chiedere la sospensione del campionato per due settimane come monito per il futuro.

Insomma, i paladini del web si sono scatenati a giusta ragione nel condannare quel tifoso. Ovviamente ci sono stati anche i soliti alfieri del politicamente corretto, che come una Murgia qualunque hanno blaterato su maschi bianchi, cis e etero, che a loro dire sono il male assoluto di questo pianeta. La solita narrazione estremizzata che non porta niente alla causa ma, anzi, le arreca un danno.

Ma torniamo al punto: i social. Al netto dei soliti che non riescono proprio a non strafare, è stato bello vedere tante persone unite, senza nessuna distinzione di sesso, età, estrazione sociale, preferenza tra pandoro e panettone, unirsi contro un gesto così esecrabile. Forse, e sottolineiamo forse, qualcosa si sta muovendo nella giusta direzione ed è più significativa la sollevazione popolare rispetto al gesto di un singolo, che ora andrebbe riconosciuto e affidato alla gustizia italiana.

Al netto di questo, però, c'è una questione, che va sottolineato non è direttamente collegata a quanto accaduto a Greta Beccaglia ma a quanto avvenuto sui social. Se al posto di Greta Beccaglia ci fosse stato un uomo e una ragazza gli si fosse avvicinata per mettergli una mano sul sedere, ci sarebbe stata la medesima reazione? Non è mai accaduto, almeno a memoria, quindi non lo possiamo sapere, ma solo immaginare.

Però possiamo fare un altro esempio, sconnesso da quello di Empoli. Ieri, a Domenica In, in un clima goliardico, la conduttrice, over 60, ha posato la sua mano sul sedere di un concorrente di Ballando con le stelle, aitante ragazzone di 28 anni, ex giocatore di rugby. "È un bel toccare, porta bene. Lo faccio solo perché porta bene. Alla mia età posso fare tutto", ha detto la conduttrice tra le risate generali.

Lui è stato al gioco, ci sono state battute e grandi risate. Sul web i messaggi ironici su quanto accaduto non si contano, mentre basta una mano per contare quelli indignati, Immaginiamo che un conduttore over 60 avesse posato la sua mano sul sedere di una sua ospite di 28 anni perché "porta bene". Consideriamo lo stesso clima goliardico, le stesse battute. Ci sarebbe stata la stessa reazione?

Questo non significa che non ci si sarebbe dovuti rivoltare contro l'uomo che ha messo la sua mano sul sedere della giornalista, anzi, così come non significa che la conduttrice debba essere condannata, tutt'altro. Ma visto il mood dei social ci si sarebbe aspettati qualcosa di più, anche solo per una parvenza di coerenza.

O forse vale solo a senso unico? Anche perché tanto sappiamo che appena a un conduttore capiterà di fare anche solo una battuta sull'avvenenza di una sua ospite si scatenerà l'inferno, come è già accaduto, con tanto di accuse all'uomo bianco etero. Ma tanto ormai è noto che la coerenza non ha ancora trovato casa sui social.

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