Ignazio Moser: "Papà Francesco è il mio più grande fan"

Il figlio del campione Francesco si racconta nella nostra rubrica “Figli d'arte”. Dal ritiro dal mondo del ciclismo nel 2014 al boom dentro la Casa di “Grande Fratello Vip”, per finire poi sui giornali di gossip con la fidanzata Cecilia Rodriguez, sorella di Belen

Ignazio Moser: "Papà Francesco è il mio più grande fan"

Ignazio Moser proviene da una famiglia di ciclisti professionisti: dal padre, il campione Francesco, agli zii Diego, Aldo ed Enzo, fino al cugino Moreno. Ciclista lui stesso, ha seguito le orme del padre fin da piccolo, ottenendo diversi premi in Italia e nel mondo, per poi decidere di ritirarsi nel 2014 e dedicarsi all’azienda vitivinicola di famiglia fra Trento e provincia. In tv ha debuttato come opinionista del Giro d’Italia 2017 nella trasmissione “La grande corsa”, e nel settembre dello stesso anno entra nella casa del “Grande Fratello VIP” per la seconda edizione del reality di Canale 5. Qui incontra il suo grande amore Cecilia Rodriguez e proprio con lei ha debuttato mercoledì con “Ex On The Beach” su Mtv in seconda serata, sognando un programma sportivo.

Tuo padre ha appoggiato la scelta di entrare nel mondo dello spettacolo?

“Inizialmente papà non mi ha appoggiato per questa decisione e non la capiva. Il mio era un modo per allontanarmi, in qualche modo, dalla tradizione di famiglia, molto legata allo sport. Inizialmente non sono stato supportato, poi quando hanno visto che avevo trovato un mio equilibrio, hanno cambiato opinione e mi sono stati vicini totalmente. Quando ho raccontato a papà della mia esperienza come conduttore per 'Ex on the beach', voleva sapere tutto! L'unico consiglio che mi dà è quello di rimanere con i piedi ben saldi per terra, io e Cecilia siamo giovani e non dobbiamo farci traviare dal magico mondo dello spettacolo”.

Perché nel 2014 hai lasciato il ciclismo?

“Ricordo che in un tema, quando ero alle elementari, mi chiesero cosa volessi fare da grande, io scrissi che volevo fare 'il campione di ciclismo'. Negli anni poi ho capito che non potevo essere il campione, ma un ciclista. Nel 2014 ho preso coscienza dei miei limiti. Fare sport a livello agonistico è un impegno per la vita, può diventare una voragine che ti stravolge. In quel momento avevo capito, che non avrei mai potuto raggiungere certi obbiettivi. È stata una scelta dura, che non ho preso a cuor leggero anche perché ho fatto ciclismo dai 7 anni fino ai 23. Ci ho investito molto tempo, energie e ho sacrificato la mia adolescenza”.

Ricordi quando ti hanno messo la prima bici in mano?

“Ero piccolissimo quando papà mi ha messo in sella senza protezione, mentre ricordo la mia prima gara con molta ansia a soli 7 anni, riuscivo a malapena a parlare!”.

Lascerai i tuoi figli liberi di decidere sullo sport che vorranno fare?

“In famiglia io stesso non ho mai avuto pressioni. Se mi sono avvicinato al ciclismo lo devo a una squadra che è venuta a scuola a spiegare in cosa consisteva questo sport. Quando sono rientrato a casa avevo comunicato a mio padre che mi ero iscritto.

Nel frattempo ho anche praticato per divertimento altri sport come il calcio, il tennis e gli sci tutti. I miei figli saranno liberi di scegliere il loro sport, ma è fondamentale che lo facciano perché insegna dei valori fondamentali e importanti”.

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