In una lettera pubblicata sul sito Dagospia, Giampiero Mughini rilasciava alcune dichiarazioni a margine della figura di influencer. Delle parole crude e molto forti che sembrerebbero aver colpito nel profondo Taylor Mega, la quale non accetta che delle categorie vengano giudicate per l'esempio di un singolo.
Taylor Mega risponde agli attacchi di Giampiero Mughini
Il noto giornalista, scrittore, opinionista televisivo, Giampiero Mughini, si era espresso sul conto degli influencer in senso lato, criticando la tendenza della summenzionata categoria, operante nel settore del social media marketing, di emergere in rete essenzialmente per le proprie grazie fisiche più che per le proprie velleità e capacità imprenditoriali. Ebbene, la lettera di Giampiero comincia con un dubbio del giornalista, il quale si chiede in cosa consista fare l'influencer al mondo d'oggi: "Ho il sospetto che sia una sorta di trabocchetto semantico. Chi diavolo siano questi e queste “influencer” io non ne ho la più pallida idea", esordisce così Mughini. E ancora, il giornalista si apre senza censure, creando un parallelo tra le influencer di oggi e le pin-up di un tempo: "Ai nostri tempi c'erano foto cento volte meno attizzanti. Pose di fanciulle di cui avrei detto allora che erano delle “pu...nelle” molto invitanti."
Queste ultime sono solo alcune delle scottanti parole che possiamo leggere nel pruriginoso contenuto della lettera del noto critico. Ma ecco che arriva online la risposta di Taylor Mega, la quale si sarebbe sentita un po' chiamata in causa.
In un lungo sfogo rilasciato tra le sue Instagram stories, Taylor Mega ci va giù pesante contro Giampiero, in difesa delle influencer: “Superficiale e sbagliata”. La stessa, poi, ha aggiunto: "Mi sembra paradossale dover ricoprire il ruolo di chi spiega, proprio a te, ma mi rammarica molto di più vedere che tu abbia preso posizione su un argomento che evidentemente e dichiaratamente non conosci. Ancor più scomodo è vedere che non ti sei fatto problemi a giudicare ciò che sapevi di non sapere. Non mi piace giudicare qualcuno per la sua professione solo perché l’ho sentito qualche volta in TV e non sono così moralmente presuntuosa da giudicare un’intera categoria senza conoscerla. Mi piacerebbe che il resto del mondo non giudicasse una categoria per una persona.
Se volessi fare il tuo gioco, caro Gianpiero, dovrei attaccarti dicendo che oggi l’editoria è morta e che il massimo esponente della tua categoria è addirittura Fabrizio Corona. Ma sai perché non lo faccio? Perché oggi è grazie alla mia influenza se qualcuno legge quelle quattro stro….e che ti sei permesso di scrivere".
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