Insomnia, così Robin Williams divenne un alcolizzato

Insomnia è il film di Christopher Nolan con Robin Williams, ambientato in una terra isolata che spinse l'attore a ricadere nell'alcolismo

Insomnia, così Robin Williams divenne un alcolizzato

Insomnia è il film diretto dal regista Christopher Nolan che andrà in onda questa sera alle 21.30 su Iris. Tratto dall'omonima pellicola norvegese uscita nell'ormai lontano 1997, Insomnia può fare affidamento su un cast decisamente molto ricco, capitanato da Al Pacino e da Robin Williams.

Insomnia, la trama

Wil Dormer (Al Pacino) è un detective della squadra omicidi di Los Angeles sulle cui spalle pesa una terribile accusa: insieme a un collega, infatti, avrebbe falsificato delle prove per incastrare un pedofilo che, altrimenti, avrebbe "rischiato" di rimanere in libertà. Proprio per questa reputazione tutt'altro che lusinghiera Wil viene spedito in Alaska, nel periodo dell'anno in cui il sole non tramonta mai del tutto e la luce è visibile anche a mezzanotte. Il detective è chiamato a indagare sull'omicidio di una ragazza appassionata dei romanzi scritti da Walter Finch (Robin Williams), uno scrittore locale. Per le indagini Wil viene affiancato dalla giovane detective Ellie Burr (Hilary Swank): nel frattempo, però, Wil comincia a soffrire di insonnia e le sue notti vengono disturbate da telefonate inquietanti.

Robin Williams e l'alcolismo

Robin Williams era famoso al grande pubblico soprattutto per i ruoli comici e leggeri con cui aveva costellato la sua carriera. Da Mrs. Doubtfire e Hook - Capitan Uncino, Robin Williams era famoso per la sua simpatia, la sua capacità di essere un eroe per famiglie, che faceva nascere il buon umore con la sua recitazione. Insomnia di Christipher Nolan fu invece, come ricorda il sito dell'Internet Movie Date Base, uno dei due thriller - insieme a One hour photo -, si trattava quindi di un ruolo "inedito" per l'attore, una vera e propria sfida.

La prova istrionica richiesta a Robin Williams non fu di quelle più facili da affrontare. A causa della scelta di ambientare il film in Alaska, Williams - che poi si toglierà la vita nel 2014 - fu costretto a fronteggiare una forma di isolamento e solitudine. Un mix di sentimenti che ebbero un effetto terribile sull'attore che, di punto in bianco, si trovò a ricominciare a bere. Come riporta Closer Weekly, Robin Williams disse: "Ero in una piccola città che non era proprio la fine del mondo, ma... be', potevi vedere la fine da lì. Perciò ho pensato: Hey, magari bere mi aiuterà un po'. Perché mi sentivo davvero solo e spaventato."

Robin Williams, d'altra parte, aveva già un passato come tossicodipendente. Come raccontato in un'intervista con il The Guardian, l'attore aveva fatto uso di cocaina in modo costante, fino alla nascita del suo figlio maggiore, avvenuta nel 1983. La nascita del primogenito portò Robin Williams lontano dalle sostanze stupefacenti e lo spinse a rimanere sobrio per quasi vent'anni. Fino all'arrivo di Insomnia e delle riprese in Alaska. Non tornò all'uso di cocaina perché "sapevo che quello mi avrebbe ucciso". Cominciò invece a bere, a inseguire quella sensazione che gli dava l'alcol: "Sentivo calore e una specie di meraviglia."

Ma tempo una settimana e Robin Williams seppe di star perdendo il controllo. Raccontò:"Per quella prima settimana mentì a te stesso e ti racconti che puoi smettere quando vuoi, ma poi è il tuo corpo a rispondere e ti dice che no, devi smettere un po' più tardi. E alla fine passarono tre anni e finalmente smetti di bere". Dopo tre anni di alcolismo, iniziato proprio durante le riprese di Insomnia, Robin Williams cominciò il suo percorso di disintossicazione e riabilitazione. Cominciò a frequentare gli incontri degli Alcolisti Anonimi in modo costante e continuò a presentarsi per uscire dal gorgo in cui era entrato.

La sua caduta nel mondo dell'alcolismo divenne argomento di articoli di giornali: ma lo stesso Robin Williams riuscì a ribaltare la situazione, trasformando la sua dipendenza in un argomento da trattare durante i suoi spettacoli comici.

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