Insonnia, divertimento e solitudine: perché gli italiani ascoltano (tanti) libri

Sono dieci milioni gli audiolettori, cresciuti dell'11 per cento in un anno

Insonnia, divertimento e solitudine: perché gli italiani ascoltano (tanti) libri

Sono le tre del mattino e si sente sveglia come se fossero le tre del pomeriggio e invece di trent'anni se ne sente il triplo perché non riesce a vincere l'insonnia che da qualche tempo fa parte della sua vita, ennesimo effetto collaterale della pandemia. Tutto il contrario di lui, che cerca solo occasioni per divertirsi e più sono digitali meglio è: nell'anno del virus ha scoperto i podcast e sono diventati il suo mantra. Sono i due profili del consumatore italiano contemporaneo di audiolibri, a quanto pare, secondo una ricerca Nielsen sul nostro Paese commissionata da Audible: millennial tra i 25 e i 34 anni, come il 54% degli ascoltatori. Millennial che spesso non stanno o non vivono insieme: fra i tre principali motivi per cui gli utenti acquistano infatti c'è la solitudine, insieme alla voglia di divertirsi e all'insonnia.

Secondo il report, l'audiolettore ha una dieta mediatica onnivora e non solo legge libri in formato cartaceo ed e-book, ma l'88% è anche un grande estimatore di podcast. Il che sarebbe un dettaglio se non fosse che il dato più impressionante rilevato dallo studio è il numero complessivo dei consumatori: 10 milioni di ascoltatori, con un aumento dell'11% rispetto al 2020. È un numero che porterebbe a pensare a una moda passeggera, dovuta al lockdown, che ha significato accelerazione della digitalizzazione in tutti i settori, cultura compresa. Può darsi, ma alcuni particolari della ricerca pare vadano in direzione opposta, una direzione che suggerisce che ascoltare una voce che ci racconta una favola ci piace di più che leggere la favola medesima: classici (32%, numero uno Il conte di Montecristo seguito da Anna Karenina), thriller (28%, a Io uccido l'indiscusso primato di ascolti), fantasy e science fiction (23%) pare aiutino gli italiani a rilassarsi come e quanto una seduta di meditazione, soprattutto a Roma, Milano e Torino e soprattutto la sera.

La ricerca dice che sono numerosi anche gli ascoltatori tra i 18 e i 24 anni che, insieme a quelli che hanno tra i 35 e i 44 anni, si attestano al 45%. È poi vero che l'ascolto cresce soprattutto tra quanti utilizzano internet per oltre 4 ore al giorno (52%), ma è anche vero che si contano parecchi «heavy users», ovvero chi ascolta audiolibri tutti i giorni. Questo confermerebbe che sono proprio le storie ad averla vinta e non una dieta digitale genericamente intesa. Ad avvalorare l'ipotesi che l'audiotainment, come viene chiamato, sia il fenomeno del momento, i luoghi scelti per mettersi le cuffie con gli audiobestseller: il 78% degli italiani dà voce alle storie tra le mura domestiche, è vero, ma il 20% si porta il libro in macchina e il 14% sui mezzi pubblici ed entrambe queste abitudini sono in forte crescita. La top 5 dei consumi degli ultimi cinque anni - gli anni di vita di Audible di Amazon, che per festeggiare ha messo in catalogo Le Fiabe di Beda il Bardo di J.K. Rowling e ha firmato una partnership importante con l'Associazione italiana dislessia - comprende, dal primo all'ultimo posto, Harry Potter e la pietra filosofale di J.K. Rowling, L'amica geniale della Ferrante, I Leoni di Sicilia di Stefania Auci, Il colibrì di Sandro Veronesi e Il nome della rosa di Umberto Eco: titoli così sfruttati tra i lettori abituali da far concludere che il fenomeno audio non abbia attratto lettori potenziali del cartaceo convertiti al digitale, ma utenti che probabilmente, se non ci fosse stato l'audiolibro, quel certo titolo lo avrebbero sempre e solo sentito nominare.

Ad incrementare la speranza che l'audiolibro sia il primo passo verso la creazione di un nuovo esercito di lettori, che ingrosserebbe le da sempre malnutrite fila italiane, un dato solo all'apparenza secondario, ovvero la durata media di una sessione di ascolto: 25,4 minuti.

Significa che se indossiamo le cuffie per sentire una storia, la seguiamo per almeno mezz'ora. Un record, in un mondo in cui la capacità media di trattenere l'attenzione per un messaggio, reale o digitale, si misura ormai in pochi secondi.

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