"Io e Diego Abatantuono due generazioni di risate"

La coppia di comici al cinema con "Una notte da dottore" girato nella Roma del lockdown

"Io e Diego Abatantuono due generazioni di risate"

È già nelle sale, distribuito da Medusa, Una notte da dottore con la regia di Guido Chiesa, divertente commedia degli equivoci che vede per la prima volta insieme la formidabile coppia composta da Diego Abatantuono e Frank Matano. Remake, cotto e mangiato, del film francese Chiamate un dottore! di Tristan Séguéla uscito lo scorso anno, Una notte da dottore mette in scena le divertenti e strane notti del rider Mario (Matano) diventato dottore per caso al posto del medico notturno Pierfrancesco Mai (Abatantuono). Grazie all'aiuto dell'auricolare che lo tiene in collegamento con il dottore, Mario diventerà un «vero» medico per qualche notte: «Ho visto il film originale - ci racconta Frank Matano - e alla fine penso che abbiamo fatto un adattamento migliore anche per il lavoro pazzesco di regia di Guido Chiesa».

Com'è andata con Abatantuono?

«Diego è uno dei nostri più grandi attori che sa lavorare sul registro sia drammatico che comico».

Si fa fatica a capire chi dei due è la spalla comica dell'altro.

«Sarà perché siamo molto uniti. Ci conoscevamo, abbiamo condiviso tante volte il tavolo per mangiare, e già lì mi faceva morire dal ridere, ma non eravamo mai stati su un set insieme. Ci siamo molto parlati e aiutati durante le riprese».

C'è stato spazio per l'improvvisazione.

«In realtà abbiamo fatto tante letture della sceneggiatura prima delle riprese. In quella sede abbiamo avuto la possibilità di intervenire. Ma una volta chiuso lo script, sul set non si improvvisa».

I suoi tempi comici molto peculiari sono una dote particolare oppure frutto di uno studio?

«Chi, per mestiere, vuole far ridere le persone pensa molto a questa cosa. Direi che è più un mix, capita che utilizzi le tue esperienze ma che poi all'improvviso tiri fuori un asso dalla manica».

Avete girato a Roma sempre e solo di notte.

«Sì, peraltro durante il lockdown. È stato incredibile perché so bene quanto Roma sia rumorosa mentre stavolta non c'era nessuno. Sembrava di stare su uno di quei set pazzeschi americani con le città finte. Credo poi che questo aspetto un po' spettrale abbia dato una nota di positiva malinconia».

La vostra coppia fa trasparire anche il tema della paternità.

«Con Diego siamo di due generazioni diverse, facciamo lo stesso mestiere ma io ho molta meno esperienza di lui. Così si è creato quasi un gioco, lui mi dava consigli e io magari gli davo entusiasmo con battute stupide delle mie».

Vorrebbe diventare padre?

«S'è fatta pure ora» (ride - ndr).

Quanti anni ha?

«Trentadue. Comunque con la mia compagna ci stiamo seriamente pensando».

Si aspettava lo straordinario successo quest'anno del programma Amazon Prime «LOL - chi ride è fuori»?

«Macché, sarà stato grazie a un allineamento dei pianeti, a energie che si mischiano, a un momento storico perfetto. Comunque noi ci siamo divertiti come pazzi e quando l'ho rivisto, lo giuro, non ho mai riso così tanto in vita mia».

E poi c'è la nuova stagione di Italia's Got Talent su Sky.

«Abbiamo appena finito le audizioni, è un programma che mi diverte tantissimo, mi fa sentire a casa. D'altro canto - che impressione!- è già il settimo anno che lo faccio, per fortuna ora tra noi giudici è arrivato Elio che ci ha regalato tantissimo».

Tra tv e cinema che cosa preferisce?

«Danno emozioni

diverse ma le stesse soddisfazioni. Con il cinema non hai il riscontro immediato del pubblico e l'emozione è quindi posticipata mentre, con la tv, l'adrenalina viene dal dubbio se te la caverai o meno in tempi molto ristretti».

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