“Oggi sono più tranquilla. Sul set. Nella vita. In tutto”: Isabella Ferrari descrive così il periodo della sua vita che segue la recente malattia, raccontata per la prima volta in una intervista a Vanity Fair per il quale l’attrice ha deciso di mettersi a nudo, col corpo e con l’anima.
Lei, che a 55 anni posa senza veli perché “non ho nessuna intenzione di nascondermi in casa” e che rivendica il suo “corpo come oggetto del desiderio” sicura del fatto che “nessuno può né deve dirmi quello che devo o posso fare col mio corpo”, ha attraversato due momenti bui nella vita e, ad oggi, è riuscita a superare brillantemente entrambi.
Il primo periodo difficile di Isabella Ferrari risale agli anni del suo successo, quelli che seguirono Sapore di mare. “Ho conosciuto la depressione – ha rivelato lei - . Non ero pronta a quel successo. Quando scendevo per strada, tutti mi chiamavano Selvaggia, non potevo più fare nulla da sola”. “Ero una bambina. Una bambina travolta dal successo – ha continuato a spiegare la Ferrari - .Ero arrivata a Roma coi soldi della Prima Comunione e della Cresima, tre milioni di vecchie lire. Mi muovevo con una 112 azzurra usata e iniziavo a guadagnare bene. Ma nonostante tutto ero infelice e turbata. Capivo che non riuscivo più a gestire la situazione. E i paparazzi. E i produttori. Dovevo fare qualcosa. Andai in analisi”.
Da quel periodo buio, il primo della sua vita, la Ferrari riuscì ad uscirne quando maturò la consapevolezza che “sei tu a poter disegnare un destino tutto tuo”. “Io ci sono riuscita osando. Soprattutto col mio corpo, strumento che all’inizio avevo vissuto come un limite alla mia intelligenza o al mio talento – ha spiegato - . Il mio corpo è servito come un racconto. Della violenza dell’uomo sulla donna. Dell’amore del maschio per la femmina. Per narrare le donne che si separano, che sono troppo magre, che hanno bisogno di essere raccontate. Di fronte a una grande storia, di fronte a un grande regista il mio corpo è diventato una tela bianca su cui proiettare tutto. Senza se e senza ma”.
Il secondo periodo buio, poi, è arrivato qualche anno fa, quando Isabella Ferrari si svegliò, all’improvviso, senza riuscire a muovere le gambe. Da quel momento un calvario fatto di visite, diagnosi e medici che non comprendevano quale fosse il reale problema, fino a quando il 2 giugno venne ricoverata in un ospedale vicino casa, a Roma. “Lì incontro il medico più importante per me. La diagnosi che fa non è per niente buona. Mi perdoni, ma non farò il nome di questa malattia rara perché appena l’hanno fatto a me sono andata su internet, ho digitato la patologia e mi sono spaventata – ha detto a Vanity Fair, ammettendo di aver inizialmente rifiutato di seguire la terapia suggerita – [...] Poi la situazione peggiora, mi riportano a Roma d’urgenza e inizio la terapia. Ogni mattina, per due anni, sono andata in quell’ospedale. E quando non potevo muovermi, dal letto della struttura chiamavo i miei figli via Skype per restare ancorata a loro e alla vita”.
Quel momento, ad oggi, è superato e Isabella Ferrari è “di nuovo in pista” con una consapevolezza: “Ho avuto tanta paura di vivere quando avevo vent’anni.
E mi sono fatta venire pure gli esaurimenti con la depressione. La recente malattia, però, mi ha fatto capire che non devi avere paura di morire. Perché è la paura di vivere a fregarti. Solo quella. Soltanto quella”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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