Quando nel 1940 Giorgio Scerbanenco pubblicò per la prima volta Sei giorni di preavviso sapeva che quella dedicata ad Arthur Jelling sarebbe stata una serie di storie ma di certo non si aspettava che sarebbero state sette né che avrebbero avuto una pubblicazione editoriale anche postuma. Sei di quei gialli vedono di nuovo la luce in formato ebook per iniziativa de La nave di Teseo che ripubblica in sequenza Sei giorni di preavviso, Nessuno è colpevole, La bambola cieca, L'antro dei filosofi, Il cane che parla e Lo scandalo dell'osservatorio astronomico, in attesa di dare alle stampe, anche su carta, il ritrovato La valle dei banditi. I primi cinque titoli del ciclo sono stati editi fra il 1940 e il 1942. Nello specifico i primi due apparvero nella collana Il Supergiallo della Mondadori (in due omnibus che vedevano Scerbanenco affiancato a firme internazionali come quelle di E. Stanley Gardner, S.S. Van Dine e Agatha Christie e a quella italianissima di Ezio D'Errico). La bambola cieca ebbe invece l'onore di essere pubblicato singolarmente ne I Libri Gialli, i successivi due titoli della saga uscirono nella collana I Romanzi della Palma mentre il ritrovato Lo scandalo dell'osservatorio astronomico è stato stampato per la prima volta nel 2011 da Sellerio. Jelling è il personaggio seriale di Scerbanenco che ha avuto vita più longeva e ci viene descritto fin dal suo esordio come un uomo cortese, educato, timido e scrupoloso. Le cattive condizioni finanziare della sua famiglia lo hanno costretto ad abbandonare l'università e a trovarsi un impiego che gli è stato offerto dalla Direzione Generale di Polizia. Il suo nome non è mai apparso sui giornali, nonostante abbia risolto alcuni casi, e questo suo anonimato gli permette di agire ancora meglio. Gli interrogatori lasciati interrotti o incompleti dagli altri poliziotti sono per lui una fonte primaria di ricerca di soluzione di casi aperti o irrisolti, o persino risolti male. Jelling è anche un poliziotto «specializzato nella scoperta di delitti che non sono ancora avvenuti», un mastino che cerca di prevenirli. Uno abituato a lavorare più su chi è stato minacciato di morte piuttosto che su chi è già deceduto. Uno che (come ammette lui stesso) «non sa prendere un'impronta» e non cerca nemmeno «pezzetti di carta lasciati distrattamente in terra» ma fonda le sue indagini semplicemente «sulle sue impressionisulle sue intuizioni». Nella sua seconda avventura, La bambola cieca, Jelling viene descritto in maniera precisa: «un uomo che aveva quarant'anni, aveva studiato medicina fino a venticinque anni, s'era sposato a ventiquattro, e altro non aveva fatto di più importante, se non scoprire la trama segreta di alcuni delitti famosi. Ma nella sua vita non era mai entrato il romanzo, se non di scorcio».
Jelling amava l'ordine nel suo ufficio: «con le pratiche archiviate e catalogate, le penne posate in ordine sul becco di due calamai rosso e blu, i timbri pendenti regolarmente dal portatimbri, il silenzio da chiostro che regnava nella sua linda tana.
A volte sognava fissando attonitamente il rosa gelido che traspariva dalla finestra, era timido, pavido, remissivo, di una gentilezza quasi femminea nei modi eppure capace di risolvere qualsiasi imbroglio». Un uomo apparentemente fragile che si rivela un poliziotto formidabile.
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