Jovanotti, il suo concerto è una festa in tre tempi

Parte da Rimini il tour nei palazzetti che passerà per 5 volte al Forum di Assago

Jovanotti, il suo concerto è una festa in tre tempi

Jovanotti non si ferma mai, neppure dopo la botta di energia del suo tour negli stadi (500mila spettatori, mica briciole). E il giro «Lorenzo nei Palasport» iniziato ieri sera al 105 Stadium di Rimini conferma che lui è uno, nessuno e sempre più spesso centomila, visto che cambia assetto, cambia scaletta, cambia palco (per forza più piccolo rispetto a quello estivo) ma rimane un giocoliere dell'energia sin dalle prime note di questo nuovo concerto: «È un inizio non inizio, quasi al buio. Anche se questo spettacolo è parente dell'altro, l'idea di fondo è la stessa». A cambiare è la scaletta, che parte con E non hai visto ancora niente prima di Sabato, il medley Tensione/Coraggio/Wanna be starting something e una dilatata e strapotente Ombelico del mondo. «Come siamo andati?», chiedeva ai suoi musicisti Lorenzo Jovanotti l'altra sera alla fine della prova generale: «Bene direi, no?». Sì, è andata bene e lo show corre velocissimo nonostante sia sostanzialmente suddiviso in tre parti: «La prima è più elettronica, quasi scura, quella centrale è più lenta e quella finale è funky, festaiola, in fondo i miei concerti sono sempre rock'n'roll». Ventisei brani (qualcuno cambierà sera dopo sera). Qualche assenza (Serenata rap, Le tasche piene di sassi). Alcuni intuizioni scenografiche davvero da applausi. Come il filo teso che appare sulla passerella durante Mi fido di te e sul quale Jovanotti finge di camminare in equilibrio. È un effetto digitale che funziona sul serio, introduce l'atmosfera scatenata del Più grande spettacolo dopo il big bang e fa il paio con la sua apparizione a metà concerto al banco del mixer dove fa un veloce dj set come ai bei tempi: «Ci passerei due ore lì dietro, mi diverto da matti», dice lui senza che nessuno lo metta in dubbio. E, se era prevedibile l'omaggio a Valentino Rossi in È la scienza bellezza, sono sorprendenti gli arrangiamenti e la sempre crescente amalgama della band, con un Saturnino che al basso lavora come i veri maestri, ossia per sottrazione e non aggiunta.E quindi tutto lo show corre senza sosta, quasi fosse una parentesi in un clima che il sangue parigino inevitabilmente rende plumbeo: «Ci siamo chiesti: cosa stiamo facendo? E poi ci siamo risposti che non possiamo fare altro se non questo, celebrare la vita e la libertà attraverso un linguaggio universale come la musica».

E lo farà per altri trenta concerti (sarà al Forum di Milano cinque volte, il 27/28/30 novembre già sold out e l'8 e 9 gennaio) portandosi dietro il nuovo cofanetto di Lorenzo 2015 cc con due cd, doppio cd live e dvd dello show negli stadi, insomma l'immagine completa di com'era Jovanotti questa estate perché tanto adesso è già un altro.

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