Sette anni fa Kasia Smutniak si è ammalata di vitiligine e, in un primo momento, ha faticato molto ad accettare quelle macchie sulla pelle.
Intervistata da Vanity Fair, ha parlato per la prima volta della sua malattia e ammesso di aver tentato in ogni modo di guarire, finendo addirittura nelle mani dei santoni. “Per guarire ho provato di tutto: prima sono andata dai medici e poi sono finita dai santoni – ha confessato l’attrice - . Santoni di ogni genere. Da quello che aveva più vitiligine di me, a quello che, invece di chiedermi come stavo, mi ha messo in mano il dvd di Perfetti Sconosciuti da autografare”.
Il momento in cui ha capito che la strada imboccata era quella sbagliata è stato “quando mi hanno bruciato delle conchiglie in faccia e poi mi hanno fatto sotterrare del pelo di pecora nel giardino di casa”. È stato lì che la Smutniak si è “risvegliata”: “Mi sono detta: 'adesso basta'”. Da quel momento, quindi, è iniziato un nuovo percorso per l’attrice, che ha iniziato ad accettare la malattia senza più tentare di nasconderla in ogni modo.
Se in un primo momento, infatti, si truccava le mani anche solo per portare il figlio all’asilo, poi Kasia ha preso consapevolezza di sé e riacquistato la fiducia persa. “Un santone nepalese che non mi ha guarita come tutti gli altri mi ha dato però una bella interpretazione della vitiligine, mi ha detto: 'Sei un serpente, stai cambiando la pelle'”, ha continuato a raccontare lei che, ad oggi, ha iniziato una battaglia contro il fotoritocco della sua immagine. “Ho 40 anni, ho fatto molta strada, non sono più una ragazza ed è giusto rivendicare il cambiamento. Qualche giornale rispetta la mia scelta, altri mi rispondono: 'Allora abbiamo un problema' – ha denunciato la Smutniak - . Mi chiedo se il problema sia mio che sono un mostro oppure loro, che non vogliono pubblicare un po’ di verità”.
Accettata la vitiligine, oggi Kasia Smutniak sembra essere una donna ormai risolta.
A 40 anni ha sposato Domenico Procacci trasformando la festa di compleanno in una celebrazione: “Sposarci ha cambiato qualcosa. Mi piace - e non l’avrei mai detto – la parola ‘moglie’. È un po’ come dottoressa, professoressa. Quando la sento, e parlano di me, divento contenta, dentro”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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