"Fu mia madre a ritrovarmi esanime e a salvarmi", comincia così il doloroso ricordo di Katia Ricciarelli di quando, appena 18enne, cercò di togliersi la vita. La cantante lirica ha ripercorso la sua difficile giovinezza con Silvia Toffanin, ospite della puntata odierna di Verissimo. Un racconto difficile e profondo, a tratti faticoso da ricordare, che ha riportato a gall il dramma vissuto per colpa di un religioso.
Katia Ricciarelli ha confessato di aver tentato il suicidio proprio a causa delle attenzioni morbose di una frate benedettino, che lei riteneva un amico ma che in realtà si era trasformato nel suo aguzzino: "Mi trattava come una figlia. Finì per convincermi che la mia vocazione era per la vita monastica". La Ricciarelli, che aveva già raccontato la vicenda anni fa, aveva solo 18 anni e una passione per i canti gregoriani. Fu proprio questo il motivo che avvicinò i due, come ha raccontato lei stessa a Silvia Toffanin. Ben presto però le attenzioni del frate si sono trasformarono in qualcosa di più: "Mi resi conto presto che si era innamorato e non potendo possedermi fisicamente, pretendeva che nessun altro mi avesse".
Inizia così un periodo psicologicamente devastante per la cantante lirica che, racconta ancora a Verissimo: "Ho vissuto un trauma pazzesco, rimasi distrutta, avevo fiducia verso di lui. Lui reagì facendomi passare per matta. Diceva delle cose che poi si rimangiava, sostenendo che erano un parto della mia fantasia". Un periodo tormentato che la giovane età della Ricciarelli non gli consentì di affrontare con forza ma la portò, nella disperazione, a compiere un gesto estremo: "Avevo fiducia verso di lui, e provai a togliermi la vita con i sonniferi nel mio alloggio. Fu mia madre a ritrovarmi esanime e a salvarmi".
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