L’attentato a De Gaulle? Uno spot per la Citroen

Il 22 agosto 1962 i terroristi dell’Oas spararono 100 colpi contro la Ds 19 del generale, bucando due gomme. La vettura aveva però le famose sospensione idropneumatiche che la rimisero in assetto consentendo all’autista di fuggire. E il giorno dopo la casa automobilistica francese potè vantarsi di aver salvato la vita al suo presidente

Charles De Gaulle
Charles De Gaulle

Narra la leggenda che, finita la sparatoria, Charles De Gaulle ripulì il vestito dai vetri dei finestrini mandati in frantumi dalle raffiche di mitra mormorando «Questi non sanno neppure sparare». Forse un’esagerazione. Vero invece che il tentativo dell’Oas di ammazzare il generale si trasformò in uno spottone per la Citroen. La sua Ds 19 riuscì mantenere l’assetto e sgusciare via grazie alle particolari sospensioni idropneumatiche. E la casa automobilistica francese potè vantarsi di avere salvato il presidente.
Quello di ammazzare il generale De Gaulle, presidente del consiglio dal 1944 al 1946 e dal 1958 al 1959 e poi della Repubblica dal 1959 al 1969, era diventa ormai una specie di ossessione per i terroristi dell’Oas, fin dalla sua fondazione nel marzo 1961. L’Organisation de l’armée secrète fu fondata da un gruppo di civili e militari per contrastare il progetto di concedere l’indipendenza all’Algeria, considerato territorio francese a tutti gli effetti. In un paio di anni diedero vita ad attentati e tentativi di sollevazione popolare tanto che a settembre 1962, quando venne definitivamente sgominata aveva ucciso 2.700 persone, di cui 2.400 algerini. Nel suo mirino finirono attivisti algerini del Fronte di liberazione nazionale, ma anche giornalisti e uomini politici francesi considerati «traditori». In cima alla lista proprio Del Gaulle, nonostante fosse l’eroe della secondo guerra mondiale, l’uomo che aveva salvato l’onore francese dopo la resa alle Germania nazista. Contro di lui l’Oas scatenò una guerra nella guerra, organizzando una ventina di attentati, due dei quali in particolare passarono alla storia. Uno falso, al centro dell’intreccio del «Giorno dello sciacallo», romanzo del 1971 di Frederick Forsyth, da cui Fred Zinnemann un paio di anni dopo trasse uno delle più belle «spy story» della storia del cinema. E uno vero, appunto quello del 22 agosto 1962, l’ultimo organizzato dall’Oas prima della definitiva sconfitta.
Quel giorno il Generale si stava recando all’aeroporto militare di Villacoublay, una cinquantina di chilometri a sud ovest di Parigi, a bordo dell’auto presidenziale, una Citroen Ds 19. La vettura attraversa la località di Petit Clamart, posta lungo la «Rue Nationale», a velocità di crociera. Arrivati in una curva, l’autista è costretto a rallentare e De Gaulle si trova faccia a faccia con la morte. Ad attenderlo c’è infatti un gruppo di militanti, tra cui il colonnello disertore Jean-Marie Bastien-Thiry, armati di armi automatiche. E appena l’auto arriva a tiro, gli assassini aprono il fuoco. Vengono esplosi un centinaio di colpi, 14 raggiungo la Citroen. I finestrini vanno i mille pezzi e due gomme, centrate in pieno, si afflosciano. La vettura diventa ingovernabile, sembra ormai costretta a fermarsi, lasciando il presidente in balia dei terroristi quando l’autista del generale alza le levette delle altezze, mettendo in azione il sistema di sospensioni idropneumatiche. La Ds con un lieve sobbalzo si rimette in linea, la velocità prende lentamente a salire, consentendo a De Gaulle di sfuggire anche a quest’ultimo attentato, lasciando con un palmo di mano i sicari dell’Oas. Giunti a destinazione, il generale sarebbe sceso imperturbabile, scrollando i pezzi di vetro dal vestito mormorando il celebre «Ils ne savent pas tirer!», «Questi non sanno nemmeno sparare!». «La Citroen ha salvato il presidente» titoleranno il giorno dopo tutti i quotidiani, non solo francesi. Pochi giorni dopo l'attentato la vettura fu venduta al generale Robert-Pol Dupuy, comandante militare all'Eliseo dal 1959 al 1963, diventando presto un cimelio storico.
In effetti la Ds 19, prodotta a partire dal 1955, montava un sistema allora unico per mantenere stabile l’assetto di guida. Si trattava delle sospensioni idropneumatiche o più precisamente oleopneumatiche, composte da quattro sfere di acciaio, una per ruota, riempite per metà di olio e per metà di azoto. Caricando molto la vettura, o anche in caso di fondo stradale sconnesso, oppure di gomme forate, l’olio andava a comprimere l’azoto diminuendo progressivamente la morbidezza delle sospensioni.

Inizialmente il livellamento della vettura avveniva automaticamente ma dal 1956 tale dispositivo poteva essere regolato manualmente. Arrivando a un’altezza che permetteva la sostituzione di una foratura senza l'ausilio di un cric. Appunto la levetta manovrata il 22 agosto 1962 dall’autista di De Gaulle.

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