American Crime Story: Impeachment, lo scandalo sessuale che ha travolto Bill Clinton

Con la terza stagione di American Crime Story in tv si rivive il Sexgate tra Bill Clinton e Monica Lewinsky. Su Sky i primi due episodi con la firma di Ryan Murphy

American Crime Story: Impeachment, lo scandalo sessuale che ha travolto Bill Clinton

Lo scandalo sessuale che nel 1998 ha travolto la Casa Bianca e il secondo mandato della presidenza di Bill Clinton è un avvenimento che ha segnato – forse per sempre – l’opinione pubblica americana. Oggi la relazione extra coniugale tra Clinton e Monica Lewinsky, che all’epoca era una giovane stagista, rivive in una promettente serie tv in onda dal 19 ottobre sulle frequenze di Fox di Sky e successivamente in streaming su NowTv. Stiamo parlando di American Crime Story, lo show creato dal celebre Ryan Murphy che attraverso la fiction televisiva racconta fatti di cronaca realmente accaduti. La terza stagione, composta da 10 episodi, è intitolata Impeachment proprio in riferimento all’istituto giuridico con il quale si prevede il rinvio a giudizio per le alte cariche pubbliche.

Il nuovo capitolo di American Crime Story, serie cugina di American Horror Story, arriva in tv dopo un difficile periodo di gestazione. Alla ricostruzione giudiziaria del caso di OJ Simpson che ha caratterizzato la prima stagione, segue il caso dell’assassinio di Gianni Versace. Nel 2018 era previsto un arco narrativo basato sulle conseguenze dell’Uragano Katrina, ma nel 2019 l’idea è stata scartata per divergenze creative. Solo in un secondo momento si è pensato di raccontare lo scandalo sessuale ai danni di Bill Clinton. Alla luce dei primi due episodi (che abbiamo visto in anteprima) la terza stagione American Crime Story conserva tutte le sue caratteristiche peculiari già conosciute dal pubblico, compiendo però un passo in avanti rispetto al passato. Impeachment non tratteggia solo l'immaginario politico americano di fine anni '80, ma si focaliazza anche sul dramma umano di una donna che vive in un mondo di soli uomini.

Lo scandalo sessuale che ha fatto tremare l’America, la trama della serie tv

Una ricostruzione sontuosa, di grande impatto visivo, curata nei costumi e nella recitazione. Così si presenta la nuova stagione di American Crime Story che riesce, senza sbavature, a rileggere una fatto di cronaca con uno sguardo attento (ma di parte) senza cadere in assurdi clichè. Ryan Murphy muove la storia avanti e indietro nel tempo. Si parte dal 1995, anno in cui Monica Lewinsky (Beanine Feldestein) cammina per la prima volta nello Studio Ovale e si confida con Linda Tripp (Sarah Paulson), la donna che materialmente innesca lo scandalo. Sfiorando anche le vicende personali di Paula Jones, la giornalista che nel 1998 ha accusato di molestie Bill Clinton (Clive Owen) prima che diventasse Presidente fomentando così l’impeachment. La vicenda si districa su due piani, tratteggiando il volto di un’America falsamente perbenista.

Dopo un primo episodio introduttivo e da un ritmo fin troppo cadenzato, dal successivo la serie è come se mettesse il turbo, cominciando a scendere più in profondità, raccontando per filo e per segno cosa è avvenuto tra le mura della Casa Bianca senza lesinare nei dettagli. Non si scende mai nel volgare o nel perverso, ma si pennella solo il dramma di due donne che sono alla ricerca del loro posto del mondo.

Il Presidente e la stagista, una storia d’amore proibitissima

Di romantico c’è poco o nulla in ciò che è successo tra Clinton e la Lewisnki, anche se il regista cerca di dare una spiegazione al legame tra i due. Lo scandalo ha innescato una lunga discussione sulla figura della donna nel mondo del lavoro e a contatto con uomini di potere i cui echi si sentono ancora oggi. Ryan Murphy, da grande amante dei drammi tutti al femminili e rivolti prettamente alla cultura queer, in American Crime Story – ovviamente - tende la mano alla Lewinsky, pennellando la figura di una donna debole, dal carattere corruttibile e accecata dall’idea stessa dell’amore.

L’immagine di Bill Clinton, interpretato da un talentuoso Clive Owen, resta quasi sempre nell’ombra come se fosse una sorta di desiderio erotico irraggiungibile. Il Presidente, conosciuto per le sua risata contagiosa e per quella chioma brizzolata, appare in perenne conflitto con se stesso ma consapevole di essere un uomo di immenso potere. Da questa storia esce sconfitta Hilary Clinton (Edie Falco), qui fotografata come una donna schiva e sull’orlo di una crisi di nervi.

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Monica Lewinsky oggi è diventa produttrice televisiva

La terza stagione di American Crime Story è destinata a far discutere non solo perché ricorda il Sexgate più bollente della storia politica moderna, ma perché dietro il progetto televisivo di Impeachment c’è proprio la mente di Monica Lewsinski. Oggi la ex stagista paffuta e dal sorriso smagliante che ha fatto tremare tutta l’America è un personaggio pubblico a tutti gli effetti. È apparsa in svariate trasmissioni radiofoniche e televisive, e nel 2004 ha scritto la sua prima autobiografia. Dopo un periodo di assenza dalle scene, nel 2015 è tornata a parlare in pubblico puntando il dito sulle profonde umiliazioni subite dopo il Sexgate.

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In un'intervista che ha rilasciato a Vanity Fair ha amnesso che, 23 anni dopo lo scandalo, non è più una "donna spaventata". Conscia del movimento del Metoo, della caduta di Epstein e dell'impero di Weinstein, la ex stagista finalmente rivendica la sua femminilità e il ruolo della donna nel mondo di oggi. "Sono grata per la crescita che abbiamo fatto come società, consentendo a persone come me, storicamente messe a tacere, di far sentire finalmente la propria voce. Le persone potenti spesso uomini, approfittano di coloro che sono subordinati in una miriade di modi in ogni momento", afferma. La sua rivincita? É diventare produttrice proprio della terza stagione di American Crime Story, raccontando il suo punto di vista sul Sexgate e trovando in Ryan Murphy un porto sicuro e una casa accogliente.

Cosa c’è di vero dietro American Crime Story?

Qui di finzione c’è ben poco. Il regista, con qualche piccola deviazione, non sfugge ai fatti realmente accaduti. Anzi, è come rileggere tutti gli articoli di giornale e ascoltare le inchieste televisive sullo scandalo di Washington. American Crime Story rilegge il Sexgate con la formula di una drama cupo ma seducente. C’è proprio tutto nella storia di Impeachment. Dalle telefonate registrate di Linda Tripp, che lavorava al dipartimento della Difesa, ai nastri consegnati al giudice Ken Starr; dalle accuse di Paula Jones che prima della Lewinsky aveva mosso il dito contro Clinton rivelando i suoi comportamenti impropri quando era il governatore dell’Arkansas, fino al processo che ebbe una risonanza mondiale.

Quel processo è stato breve ma faticoso. É durato solo 21 giorni e ha messo a dura prova il secondo mandato di Clinton. L'ex presidente si è dovuto difendere da accuse di molestie sessuali ma anche di spergiuro. In prima battuta ha negato ogni forma di relazione con la Lewinsky, per capitolare poi di fronte al Grand Jury. Nonostante tutto Bill Clinton ha portato a termine la sua presidenza. È stato condannato solo in corte civile dove ha ricevuto una multa di 90mila dollari. Successivamente, nel gennaio del 2001 il giudice che ha emesso la sentenza a danni del presidente è stato radiato dal presentare altre cause davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

Perché vedere la serie tv

Resta un prodotto di tutto rispetto quello messo in scena da Ryan Murphy. Anche se di parte – più volte si schiera a favore della Lewinsky – è interessante conoscere gli aspetti psicologici che avrebbero spinto i personaggi a intraprendere una storia clandestina.

La terza stagione di American Horror Story è da vedere perché regala al pubblico uno spaccato di vita politica a stelle strisce – così diversa dalla nostra - dove vince ancora una volta il pudore e il perbenismo. Piacerà ai fan del regista ma anche a chi è in cerca di una brillante ricostruzione storia di uno scandalo degno di un romanzo di spionaggio.

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