Gli angeli appaiono all'improvviso. E non sempre hanno le ali. A Scicli, profondo sud del Ragusano, una mattina ne comparve uno che camminava a quattro zampe e aveva la coda. Era un meticcio. Un randagio. Nessuno poteva dire da dove fosse venuto, forse nemmeno lui. In paese lo guardarono con diffidenza, il sindaco abbozzò un'ordinanza contro i vagabondi, soprattutto quadrupedi. Ma gli angeli non temono la carta bollata e l'eco vuota delle parole effimere dei consigli comunali. Quell'ambasciatore di un dio senza tetto né legge pure lui, mostrò il volto della benevolenza e della pietà. Per tutti, a Scicli, divenne Italo. Sventò l'aggressione dei balordi a una cameriera che rincasava e i giorni seguenti, all'uscita dal lavoro, la accompagnava a casa. Guidava i bambini fuori da scuola e, siccome era un angelo, andava in chiesa. Acciambellato, seguiva Messa. Partecipò a matrimoni e funerali, finché giunse l'ora del suo perché, di angelico, le malattie non hanno nulla. Oggi la sua cuccia è ancora là, in piazza del municipio. Lui riposa poco distante, in un sepolcro a Villa Penna con una lapide tutta per lui. Come i grandi.
A Italo - l'Hachiko siciliano che non visse aspettando chi non sarebbe pascolianamente tornato ma si fece amare come un santo - qualche anno fa è stato dedicato un film che prende il titolo dal suo nome. Con qualche ritocco raccontò quella storia straordinaria attraverso gli occhi di un golden retriever che scelse un bambino come compagno. E il miglior amico dell'uomo oggi, al cinema, è diventato un protagonista. Il colpo del cane è l'ultimo atto di una favola iniziata lontano e dagli infiniti intrecci. Film mediocre su una truffa di cui Fido - naturalmente - è vittima, nel cast spunta Edoardo Pesce, spalla di Marcello Fonte in Dogman di Matteo Garrone sulle vicende del «canaro» della Magliana. Altre vittime a quattro zampe dei giorni nostri cui si aggiungono i recentissimi Torna a casa Jimi e Un viaggio a quattro zampe. Chiamiamoli road movie se vogliamo, in fondo lo sono anche se l'asfalto non è lo stesso di Easy rider.
La strada è terreno di battaglia per i cagnolini e ne sa qualcosa Jimi che vive in una Cipro divisa tra greci e turchi. Ma i bisognini non hanno passaporto né cittadinanza, cavilli per umani che a un meticcio fanno poco effetto. Le guardie di frontiera non ne vogliono sapere e l'odissea sarà degna di tal nome con trasbordo anche marino del piccolo, che in realtà è una piccola. Si chiama Pepper e sul set si è presentata con il suo addestratore perché non tutti i meticci sono randagi e hanno una vita grama, benché pure a loro si cambi il sesso. Beffa dell'uomo. Natura rispettata invece per Bella, l'attrice protagonista di Un viaggio a quattro zampe, costruito sull'immancabile cattivo che vuole sfrattare i cani dal paese e l'altrettanto immancabile tenerone che, avendo adottato la cucciola, non vuol sapere di sbarazzarsene. L'affida a un parente lontano ma il giorno che va a riprenderla, Bella ha saltato la staccionata per tornare a casa.
Il viaggio ricomincia tra territori impervi e insidie in agguato ma il tema cambia. È un viaggio anche quello di Pato, il bernese di Domani è un altro giorno, rifacimento italiano di Truman in cui il protagonista a pelo lungo deve trovare una nuova famiglia perché il suo compagno sta per morire di tumore. Il dramma si consuma tra Giallini che lo lascia in eredità a Mastandrea e, prima di loro, Ricardo Darìn che lo consegna alle cure dell'amico Javier Càmara. Non solo commedia, non solo lacrime. Sempre ingiustizie. Wes Anderson - il regista di Gran Budapest hotel - ha confezionato il cartoon, L'isola dei cani, ambientato in un Giappone che condanna Fido all'esilio su una discarica di rifiuti in mezzo al mare perché portatore di un pericoloso virus. E loro, gli angeli con la coda, hanno imparato a pilotare aerei per ritrovare la libertà, convincere che dalle malattie si può guarire e l'età dei lazzaretti è finita secoli fa. Non sono le alchimie di Space Dogs, struggente documentario sull'uso dei cani nello spazio. Nel film non c'è l'uomo che sfigura anche nell'assenza. Eppure.
Era il 1905 quando Rescued by Rover inquadrò il primo collie di un cinema appena nato. Salvò una bambina. Poi vennero Balto e Charlie. Belle et Sebastien. L'incorreggibile Marley. Da comprimari a protagonisti. Come nella vita.
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