Leon Cino: "Vinsi Amici con una botta sul ginocchio, confuso e felice"

Il ballerino ricorda l'anno del trionfo alla terza edizione del talent show di Maria De Filippi. Un piccolo incidente sul palco aveva mandato nel pallone Leon Cino, poi è arrivato il trofeo del primo premio tra le mani

Leon Cino: "Vinsi Amici con una botta sul ginocchio, confuso e felice"

Con gli occhi azzurri, i capelli biondissimi e il suo talento nella danza, Leon Cino è stato il primo ballerino a vincere “Amici di Maria De Filippi”. Era il 23 maggio 2004, la notte del trionfo del ballerino albanese che sconfisse Sabrina Ghio e la sua ex fidanzata Samantha Fantauzzi.

Cosa ti ricordi di quella notte?
“La finale l'ho dovuta rivedere registrata perché non mi ricordavo nulla (ride, ndr). Inoltre ero felicissimo, emozionato ma anche confuso perché accidentalmente proprio quella sera un cameraman per sbaglio mi è venuto addosso sul ginocchio, che già mi faceva male, quindi non ho potuto ballare al meglio. Poi per fortuna è andata come è andata”.

Com'eri quindici anni fa?
“Ero e sono rimasto sincero. Quell'anno ho vissuto tantissime e fortissime emozioni che mi ricordo ben poco... Di sicuro non rinnegherei proprio nulla, sono stati anni molto belli”.

Lo scorso anno sei rientrato ad “Amici” per incontrare i ballerini, cosa hai provato?
“Quando sono entrato nella sala è stato come tornare alle origini. Questo programma mi ha dato dato tantissimo, è stato davvero incredibile. Non mi sarei mai aspettato di provare ancora certe sensazioni nel rivedere negli occhi dei ballerini la stessa voglia di riuscire, di sfondare e farcela che avevo io. Quella di Amici, e gliel'ho detto anche ai ragazzi, è una occasione unica per imparare anche altri stili. Un bagaglio culturale che torna sempre utile anche negli anni a venire. Proprio come è successo a me che venivo dal mondo classico e mi sono ritrovato anche a ballare il moderno”.

Hai più sentito la tua ex Samantha?
“No, qualche messaggio di sfuggita in un gruppo Whatsapp qualche tempo fa, ma nient'altro. Abbiamo preso strade diverse”.

Quindi hai un gruppo di chat con gli ex compagni di “Amici”?
“Sì. Nel 2005 ho fatto parte del musical 'Footloose' con alcuni ex di 'Amici', anche delle passate edizioni. Stiamo in contatto e ci scriviamo di tanto in tanto in questo gruppo”.

Ma c'è un ex collega con cui sei rimasto in contatto più degli altri?
“Non ci vediamo spesso perché abitiamo in altre parti d'Italia, ma con Michele Maddaloni (ballerino della seconda edizione di 'Amici', ndr) ho mantenuto un rapporto e chiacchieriamo spesso anche delle cose che facciamo”.

Nel 1997 ti sei trasferito a Milano, al primo tentativo non sei stato ammesso alla Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala. Cos'è successo?
“Quando ero piccolo guardavo con ammirazione i grandi della danza, i miei mi hanno sempre supportato e mi dicevano sempre 'tu usando la testa e lavorando tantissimo puoi arrivare a quei risultati'. Così alle lezioni di danza ero un vero soldatino e facevo tutto quello che mi dicevano i miei insegnanti. Avevo la testa solo per il lavoro e volevo sempre oltrepassare i miei limiti, facendo anche di più di quanto mi venisse richiesto. E' quello che è successo alla Scala. Durante l'audizione mi era stata chiesta una pirouette pulita con una pulizia di movimento e che fosse tecnicamente ineccepibile. Tutto il contrario rispetto a quello che facevo. Ho fatto così otto giri perché volevo andare oltre, poi non capivo molto bene l'italiano e non è stato facile. Dopo un mese di prova la direttrice della Scuola, Anna Maria Prina, ha chiamato al telefono mia madre sembra ' suo figlio sembra molto esuberante perché va sempre oltre quello che deve fare'. Così la direttrice mi ha indirizzato al Teatro Carcano di Milano e dopo un anno mi ha ripreso. Avevo imparato la lezione. La signora Prina è stata veramente una grande direttrice e quando ho finito la scuola di Ballo mi ha offerto uno stage all'estero in America che ho scoperto poi è stato dato a pochissimi ballerini, tra cui Alessandra Ferri. Ero onorato. Ci siamo rivisti, durante una occasione pubblica, e ha speso per me delle parole bellissime che terrò sempre nel mio cuore”.

Com'è stato il tuo arrivo in Italia?
“Subito sono andato a vivere al Lago di Garda. Ricordo il primo giorno che sono andato in una scuola statale, sono stato circondato dagli altri compagni perché ero chiarissimo di carnagione. Mi chiedevano se fossi tedesco... Appena ho risposto loro che ero albanese (e fiero di esserlo) si sono dispersi tutti, allontanandosi. Erano anni difficili quelli, anche dal punto di vista politico. Non avevano tutti i torti, li ho compresi. Detto questo, in tutti questi anni non ho mai avuto insulti di tipo razziale. E' successo solo una volta in Liguria, neanche troppo tempo fa, quando al termine di uno spettacolo ho sentito qualcuno del pubblico esclamare 'eh quell'albanese di me**'".

C'è ancora un sogno che vuoi realizzare?
“Fino allo scorso anno avevo la mia Compagnia, in teoria ce l'ho ancora ma al momento sono fermo per questioni produttive. Mi piacerebbe riprendere in mano i miei progetti e girare l'Italia con i miei progetti”.



E nel frattempo?
“Nel frattempo sono orgoglioso dell'Accademia che ho aperto, Leon Cino Dance Art Studios a Melegnano (Milano), lo scorso anno a ottobre. L'ho fatto un po' per puro piacere e un po' per trasmettere il mio bagaglio di esperienza alle persone. Mi piace moltissimo insegnare, ancora di più perché la nostra è una associazione artistica senza scopo di lucro”.



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