"La Luce sugli Oceani": il lento naufragio di un film spento

Un modesto melodramma, ambientato a inizio Novecento su un'isola sperduta in mezzo all'oceano. Con Alicia Vikander e Michael Fassbender

"La Luce sugli Oceani": il lento naufragio di un film spento

"La Luce sugli Oceani" di Derek Cianfrance, adattamento del romanzo omonimo di M. L. Stedman, è un melò con una coppia di protagonisti di prim'ordine, ambientato in una cornice paesaggistica da togliere il fiato, eppure, nel complesso, appare un'opera modesta, con qualche stucchevolezza di troppo, un ritmo blando e una regia piatta.

Siamo in una remota isola dell'Australia Occidentale. E' qui che Tom (Micheal Fassbender) ha accettato di isolarsi dalla società dopo aver preso parte alla Prima Guerra Mondiale. Si è trovato un posto come guardiano del faro e custode dell'isola: la sua idea è di mondarsi dalla violenza bellica autoinfliggendosi una solitudine forzata, ma non ha fatto i conti con l'amore. Si scrive lettere, infatti, con Isabel (Alicia Vikander), sognatrice e vitalissima creatura, la quale accetta di sposarlo e andare a vivere con lui. Novelli Adamo ed Eva in una sorta di paradiso terrestre, i due innamorati conosceranno però la tragedia di due aborti: il dramma della mancata maternità trasformerà presto la loro vita meravigliosa in un'esistenza senza scopo. Almeno fino a quando una barca con a bordo una neonata e il cadavere di un uomo giunge sulle loro coste. La piccola sarà accolta come un dono salvifico.

Tra amore materno e di coppia, vincoli di sangue e legami dettati dal cuore, lealtà, tradimento e perdono, si trascorrono 133 minuti piuttosto lenti. L'intenzione del film è di porre un quesito: i figli appartengono a chi li partorisce o a chi li cresce? Il dilemma morale (restituire o no la piccola alla madre naturale) del protagonista maschile, un Fassbender mai così ingessato, appare però poco coinvolgente e il film non riesce a rendere vera fino in fondo la sofferenza dei suoi personaggi: senso di colpa e rimorso sono ammantati di una retorica sentimentale e drammatica fin troppo classica e tradizionale. Si punta molto, e giustamente, sull'affascinante paesaggio: la vista sull'oceano, i tramonti romantici, le albe spettacolari e le spaventose tempeste.

A nuocere al racconto sono soprattutto la durata eccessiva e una certa prevedibilità, per non parlare del finale, che sembra uscito da un romanzo di Nicholas Sparks.

Il film sarà ricordato soprattutto per

aver fatto incontrare e innamorare sul set i due attori protagonisti, così com'era già successo in una precedente pellicola dello stesso regista, "Come un Tuono", che aveva cambiato il destino di Ryan Gosling ed Eva Mendes.

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