Se dovessi dire qual è per me la trasmissione più pretenziosa e noiosa in assoluto non avrei dubbi: Propaganda Live su La7. Una riunione da circolo sociale di ex comunisti che non sanno più cosa sono, uno spettacolino da dopolavoro per sindacalisti in pensione della Cgil, comici che non fanno ridere, artisti e conduttori con la puzza ideologica sotto al naso, un fumettista, Maxxok o Maccok o Malox o come si chiama (comunque sembra il nome di un farmaco) che si crede un guru, fatto salvo Gianni Gipi Pacinotti, che è geniale ma devi aspettare due ore di chiacchiere mortifere per vederlo. È per questo che ormai la televisione non la vedo più e le cose più nuove le trovo su Youtube.
Ma una stella brilla anche nell'universo senza idee della tv italiana (soprattutto della Rai) e si chiama Valerio Lundini. Va in onda in seconda serata su Raidue e il programma si chiama Una pezza di Lundini. Una pezza perché l'idea di base è una striscia di venti minuti che sia il rimpiazzo improvvisato di un programma che non c'è. Valerio Lundini, non a caso, è l'inventiva di Youtube che sbarca sulla tv generalista, perché Lundini da Youtube prende molte idee, ma le lundinizza, ne fa una parodia, come anche fa una parodia della televisione e dei suoi vari cliché come se ne sono viste poche ultimamente.
Non so come elencare tutte le fantastiche trovate di Lundini, dovete vederlo, perché ogni puntata è imperdibile. Ci sono gli esperimenti sociali che conoscono bene i frequentatori di Youtube e in particolare gli iscritti al canale dei The Show (vedrei bene Alessio Stigliano e Alessandro Tenace collaborare con Lundini), ma in forma non-sense e satirica, come uscire di casa con le scarpe dei lacci di due colori diversi per vedere le reazioni delle persone (nessuna, ovviamente) e poi rivelargli che era un esperimento sociale per la tv (dove la cosa comica è proprio la rivelazione, perché non si sono accorti di niente).
Oppure c'è Lundini che va in un ristorante giapponese All You Can Eat dove può mangiare solo lui, appunto, e l'esperimento sociale è una scenetta comica strepitosa. «Ma quando non vengo io del cibo che ne fate?». «Lo buttiamo». Anche qui è come una candid dei The Show che diventa metacandid, comicità su un mondo giovane a cui nessuno si è ancora affacciato.
Ci sono ospiti improbabili, interviste a personaggi che ti chiedi se siano veri o inventati, interviste a esperti di ogni tipo, come recentemente a un memista, un inventore artigianale di memi che si presenta con le foto da far diventare dei memi. Perfino interviste a finti pentiti mafiosi, con la voce modificata e la faccia pixelata e ovviamente con fittizi fuori onda dove si vede tutto. L'irresistibile comicità di Lundini si nutre di vecchio e nuovo, il linguaggio di Youtube portato in televisione e la televisione destrutturata, resa metatelevisiva, presa per il culo cercando di imitare gli stilemi di Bruno Vespa o Massimo Giletti o dei tipici talk show americani con l'orchestrina che fa gli stacchi (ma anche qui sono declinati in chiave comica), con una voluta studiata goffaggine e libertà che da sola varrebbe il canone Rai, per una volta.
Insomma, è una delle rare volte in cui la pezza è migliore del buco, l'unico difetto è l'orario, ma quello
non è colpa di Lundini ma della Rai, io lo metterei in prima serata al posto del telegiornale, tanto le notizie già le sappiamo da mille altre parti e poi ci sono le tristissime dirette di Conte su Facebook, che ce frega.
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