"Mamma" Isabella Ferrari, la nuova vita psichedelica della più amata dai registi

Nella sezione "Orizzonti" il film tratto dal romanzo di Aldo Nove. L'attrice che seduce cineasti e colleghi questa volta è diretta dal marito Renato De Maria

"Mamma" Isabella Ferrari, la nuova vita psichedelica della più amata dai registi

da Venezia

«E poi sono diventata anche la mamma del film». Madre, amante, moglie, attrice e ora produttrice. Isabella Ferrari continua la sua felice stagione di vita e di lavoro portando nella sezione «Orizzonti» del festival di Venezia La vita oscena , diretto dal marito Renato De Maria che ha aiutato produttivamente, in cui interpreta la mamma hippie dell'omonimo romanzo autobiografico di Aldo Nove. «Il romanzo girava in casa da tempo e c'era l'idea di farne un film. Mi rendevo conto però delle difficoltà finanziarie. Poi l'ho letto. Ho pianto e ho detto a mio marito: “Tu questo film non lo farai mai, ma se ci riesci io interpreto la madre”».

Di un figlio maschio, naturalmente, interpretato dal francese Clément Métayer che intraprende un viaggio alla ricerca della morte ma finisce per trovare la vita. Perché - è curioso - l'attrice, splendida cinquantenne dallo scorso marzo, nata e cresciuta nel piacentino, ama lavorare solo con gli uomini. Forse è un caso ma nella sua ampia filmografia di 37 titoli, dai Vanzina a Ozpetek a Franchi, solo una volta è stata diretta da una donna, Diane Kurys in L'anniversaire del 2005. Così anche quando decide di girare uno spot, quello controverso di Yamamay in cui il suo ombelico è scomparso vittima di un foto-ritocco, dietro la macchina da presa c'è Paolo Sorrentino pre-Oscar. Lo stesso regista con cui collaborerà nel premiato La grande bellezza nel ruolo di una donna che fa dire al protagonista Toni Servillo la celebre battuta: «Non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare».

Una donna che seduce, intriga e strega. Con quel suo sguardo penetrante e dolente, il volto scavato che ti lascia immaginare le molte gioie, i tanti dolori, gli abissi dell'anima. Grazie a lei l'introverso Nanni Moretti si concederà nell'unica sequenza di sesso della sua carriera, con la famosa presa da dietro di Caos calmo di Antonello Grimaldi paparazzata ad hoc in un video prima dell'uscita del film. Sul suo corpo maturo Paolo Franchi costruisce un intero film, E la chiamano estate che fa sghignazzare gran parte dei critici presenti al festival di Roma dove è presentato nel 2011 ma che alla fine si porta a casa il premio per la regia nonché il riconoscimento a lei come migliore attrice.

C'è poi il teatro, come si usa dire, «di impegno civile» a fianco di Marco Travaglio. Un partner, sul palcoscenico, nei recital Anestesia totale e È Stato la Mafia ma anche da vicedirettore su Il Fatto Quotidiano che l'ha sempre molto protetta. Sempre con Travaglio, solo per un soffio, non si è incontrata in una stessa scena nel film Il venditore di medicine in cui il giornalista faceva più di un cameo e Isabella Ferrari interpretava uno spietato capo area di un'azienda farmaceutica.

C'è poi, dopo i flirt del passato (da Gianni Boncompagni che la scoprì in tv a Francesco Nuti) l'uomo della sua vita, il regista Renato De Maria, con il quale ha lavorato in Hotel paura e in due stagioni di Distretto di Polizia , prima dei tre figli e delle nozze nel 2002. Ora, dopo Amatemi di dieci anni fa, ecco La vita oscena in cui, dice, «sono la madre che tutti vorremmo avere, la madre che vorrei essere, una madre certo idealizzata ma piena di luce. Che, nonostante la malattia, si veste di colori, piena di voglia di vivere».

Un film allucinato, visionario e psichedelico proprio come il libro di Aldo Nove, che però non ha ancora trovato una distribuzione. Tanto che Riccardo Scamarcio, qui co-produttore, dalla sala delle conferenze stampa ha lanciato un disperato appello ai distributori italiani «perché possano regalare al pubblico questo film».

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