«Mary Poppins», il miracolo di Walt Disney

Certi film non passano mai di moda. Anzi, a volte, con una semplice rinfrescata tornano a splendere come quando apparvero nelle sale. È il caso di Mary Poppins (Raiuno, ore 21.25), diretto dal semisconosciuto Robert Stevenson nel 1964. Basti dire che, ad oltre mezzo secolo di distanza, nei cinema è appena uscita una piacevole riedizione dal titolo non proprio originalissimo (Il ritorno di Mary Poppins) e in teatro ne è stata riproposta, con grande successo, una riuscita versione tutta italiana. Dunque, siamo a Londra, a metà Ottocento. I coniugi Banks, George (David Tomlison) e Winifred (Glynis Johns), sono in agitazione: la tata Katie (Elsa Lanchester) se ne è andata all'improvviso, ne occorre una nuova per i due esuberanti pargoli, Jane e Michael. Tra decine di aspiranti bambinaie in coda dopo l'inserzione sul Times, sbuca dal cielo Mary Poppins (Julie Andrews), che spazza via le concorrenti e i residui dubbi dei trepidanti genitori: è lei la baby sitter che ci voleva. In una settimana l'esemplare signorina, con l'aiuto del sorridente artista spazzacamino Bert (Dick Van Dyke), riporterà la pace. Insomma, una deliziosa, frizzante favoletta travestita da commedia musicale, uscita dalla gerla miracolosa di Walt Disney.

La strepitosa esordiente Julie Andrews, le gradevoli musiche e gli effetti speciali (davvero gustoso il rimescolio con i cartoni animati) ottennero un adeguato Oscar, con montaggio e miglior canzone. Qualche purista storce ancora il naso: quelle canzoni tradotte non le riesce a digerire. Invece suona così bene Supercalifragilisticespiralidoso...

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