Il messaggio con cui Massimo Giletti si è congedato dai telespettatori alla fine dell'ultima puntata di Non è l'Arena potrebbe far pensare ad un addio del conduttore a La7. La stagione della trasmissione di attualità, che Giletti conduce da quattro anni, si è conclusa con la puntata del 13 giugno ma le parole pronunciate dal giornalista sono suonate come un campanello di allarme. Per alcuni.
"Questa è stata l'ultima puntata di Non è l'Arena - ha detto a fine serata Massimo Giletti - sono stati quattro anni straordinari vissuti qui su La7. Vi auguro una felice estate. Ad maiora. Grazie". Un congedo dal sapore amaro vista la reazione social. In molti hanno infatti letto nelle parole di Giletti un possibile addio alla rete dopo quattro stagioni intense e discusse. In realtà, secondo quando fa sapere l'AdnKronos, tutto sarebbe riconducibile al contratto in scadenza del conduttore con l'emittente televisiva.
Il finale di stagione di Non è l'Arena, infatti, coinciderebbe con la scadenza del suo contratto biennale. E il rinnovo non sarebbe così scontato né per il conduttore né per la direzione di rete. Secondo fonti vicine all'agenzia di stampa non ci sarebbero accordi già raggiunti con altri gruppi o emittenti televisive. Nelle ultime settimane, però, le indiscrezioni si erano moltiplicate. Sembra infatti che Rai Due stia "corteggiando" Massimo Giletti per rafforzare la proposta di approfondimento informativo. Le voci rimangono tali e per molti l'intenzione del giornalista sarebbe quella di rimanere a La7, trattando sui dettagli del rinnovo contrattuale.
Pochi giorni fa, infatti, Massimo Giletti - che da un anno è sotto scorta dopo le minacce di un boss mafioso - si era detto felice degli ultimi quattro anni di esperienza in La7. Un'avventura cominciata dopo i tre decenni trascorsi in Rai, ma La7 gli ha offerto la possibilità di tornare in onda in massima libertà con il suo format Non è l'Arena. "Le battaglie politiche che sto facendo qui non avrei mai potuto farle in Rai - aveva dichiarato Giletti nell'intervista a Sette - non ho mai avuto pressioni né dal direttore, né dall'editore. A La7 porto avanti la mia lotta alla sottocultura che amplifica la mafiosità".
A legare Giletti a La7 ci sarebbe anche un coinvolgimento personale e che difficilmente potrebbe farlo allontanare da chi gli ha dato fiducia e spazio: "Non potrò mai dimenticare che il giorno in cui stavo seppellendo mio padre, nel gennaio 2020, mi son sentito abbracciare alle spalle: mi
sono girato e c'era il mio editore, Urbano Cairo (presidente di La7 e Rcs, ndr). La sera prima era a Roma, ha fatto uno sforzo notevole per arrivare nel Biellese. Queste cose non si dimenticano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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