Tutti i segreti del film "Mediterraneo"

La pellicola firmata da Gabriele Salvatores, uscita nel 1991, torna sul piccolo schermo con le sue scene celeberrime tra copioni stracciati, l'aut aut della produzione e l'ombra (reale) della guerra tra Grecia e Turchia

Tutti i segreti del film "Mediterraneo"

Torna in televisione "Mediterraneo" film cult di Gabriele Salvatores con Diego Abatantuono, Giuseppe Cederna, Claudio Bisio e Ugo Conti. La pellicola (che si potrà rivedere mercoledì 18 novembre su Iris alle 21.00) è una delle più premiate della storia del cinema italiano con tre David di Donatello, un Globo d’oro, un Nastro d’argento e un Ciak d’oro. Mediterraneo è uno dei film cult degli anni '90 e se le sue scene e le sue frasi sono ormai famosissime, non molti sanno i segreti dietro alla realizzazione della pellicola tra disagi, improvvisazioni e colpi di scena.

La pellicola, ispirata al romanzo "Sagapò" di Renzo Biasion, racconta la storia di un manipolo di soldati della Seconda Guerra Mondiale lasciati su una piccola isola greca con il compito di stabilirvi un presidio per individuare le navi nemiche. La vita tranquilla del luogo e l'integrazione con la popolazione locale fa dimenticare loro il conflitto in corso. Ma tre anni dopo lo sbarco, un aereo da ricognizione pilotato dal tenente Carmelo La Rosa compie un atterraggio d'emergenza e i soldati scoprono cosa è successo in Italia. Per loro sorgerà dunque il problema del rientro in patria.

"Salvatores fu tentato di lasciar perdere"

La produzione è stata in bilico fino all'ultimo momento. Le difficoltà incontrate nella ricerca della location per girare il film erano state così grosse da mettere in pericolo la realizzazione della pellicola. "Mediterraneo" è stato girato sull'isola greca di Kastellorizo che si trova tra Rodi e la Turchia, ma prima di questa la produzione aveva visitato e scartato altre isole greche e quella di Kastellorizo era l'ultima opzione. A raccontarlo è stato Diego Abatantuono, qualche anno fa, in un'intervista al Corriere: "Era la vigilia della partenza e c'era rimasta da vedere solo l'isola più lontana, Kastellorizo. Il tempo stringeva, eravamo tentati di lasciar perdere. Invece salimmo su un aeroplanino da paura, una caffettiera praticamente, e atterrammo verso sera nello spazio aperto in cui poi fu girata la scena della partita. In un istante, alla luce di un magnifico tramonto, trovammo tutte le location: dalla casa di Vassilissa ai fortilizi militari".

La celebre frase che non c'è nella sceneggiatura

Gabriele Salvatores non ha mai imposto limitazioni agli attori. Da Abatantuono a Bisio, tutti i protagonisti sono stati liberi di poter modificare i dialoghi delle scene e improvvisare. Così è nata una delle frasi più celebri di Mediterraneo: "Che cosa sai tu di quel che mangiano i greci". La frase, pronunciata dal sergente maggiore Nicola Lorusso (interpretato da Diego Abatantuono) non è mai stata nella sceneggiatura originale. A tirarla fuori, in dieci minuti, è stato Diego Abatantuono che, un po' alla Sordi, ha voluto dare un tocco personale alla scena girata in paese. Lorusso al termine del racconto di un aneddoto di guerra con i cannibali, a fronte delle perplessità di Farina gli dice "Ma cosa ne sai tu, cosa ne sai tu di cosa mangiano i greci".

Mediterraneo e la guerra fredda tra Grecia e Turchia

L'isola di Kastellorizo è da sempre al centro del contendere tra Grecia e Turchia. Il piccolo lembo di terra occupa infatti una posizione strategica per entrambe le nazioni. La tensione tra i due Stati l'hanno percepita negli anni '90 anche attori e troupe di "Mediterraneo". A raccontare un episodio emblematico è stato, negli anni, sempre Diego Abatantuono: "Per tutta la durata delle riprese, e furono mesi, facemmo una sola gita sulle coste turche.

Durante la traversata, dopo un giro di permessi che sembra di essere in una spy story, ci dissero di stare sdraiati per non dare nell’occhio e, una volta arrivati, fummo controllati dalla testa ai piedi. C'erano solo tre chilometri di mare tra l'isola greca e la Turchia ma l’atmosfera era totalmente diversa".

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