Meta, Extraliscio e altri fuoriclasse. Ecco chi vincerà e chi ha già vinto

Oggi la finale del Festival più travagliato di sempre. Nuove Proposte: trionfa Gaudiano. Tra i big c'è chi festeggia in anticipo: dalla Berti ai Maneskin rock

Meta, Extraliscio e altri fuoriclasse. Ecco chi vincerà e chi ha già vinto

Che poi non vince soltanto chi alza la coppa. Pure al Festival di Sanremo ci sono tanti altri modi di vincere o convincere o anche perdere che non siano quelli stabiliti dalla contabilità di fine gara. Si può vincere ma perdere. Si può arrivare a metà classifica ma trionfare lo stesso. Idem quest'anno, anzi forse quest'anno di più e manco c'è bisogno di spiegare il perché. Stavolta il borsino del Festival ha una variante che cambia molto le carte in tavola: meno gara e più traguardi. Ciascuno aveva il proprio ma pochi lo hanno raggiunto.

PER PRIMI I GIOVANI. Ieri sera uno ha vinto (Gaudiano), gli altri tre hanno giocato bene, tutti hanno convinto (Wrongonyou premio della critica). La scelta di Carlo Conti di portare le Nuove Proposte a inizio serata ha davvero cambiato l'attenzione per i giovani artisti. Vedasi Gabbani e Mahmood.

I VINCITORI A PRESCINDERE Ad esempio Ermal Meta ha già vinto anche se non arriva primo come pare scontato. Al sesto Festival ha fatto percorso netto: esibizioni impeccabili, cover terrificante sulla carta ma domata in scioltezza (Caruso), profilo basso e fan base scatenata. Tra il Milione di cose da dirti della sua canzone, una l'ha già chiarita per bene: lui è l'eroe musicarello di questa edizione. Vittoria per distacco. Anche Orietta Berti potrebbe arrivare ultima ma con le braccia alzate. A 77 anni ha invaso anche il mondo social facendo toc toc a una generazione di quindicenni e pazienza se dice Ermal Metal o Naziskin invece di Maneskin. Canta una spanna sopra il 90 per cento delle sue colleghe più giovani di mezzo secolo, è uscita dalla Capalbio televisiva di Fazio per dare un segnale di vita al resto d'Italia e se ne può fregare allegramente di Spotify. E poi s'era mai vista a Sanremo un'artista 77enne fermata dalla polizia per sospetta violazione del coprifuoco? Più rock di così.

Anche gli Extraliscio vincono perché non sono liscio, non sono punk, non suonano in balera ma sono un'idea: e oggi se ne vedono poche. Vince anche Veronica Lucchesi de La Rappresentante di Lista perché sa cantare e ha l'xfactor di chi può «attaccare» Splendido Splendente da prendersi l'attenzione di tutti. Poi c'è Gio Evan, cantapoeta, quello con i capelli tipo Cristicchi o Caparezza ma al quadrato, che fa bei numeri e soprattutto non risponde con il copiaincolla. Poi anche Max Gazzé ha giocato un altro campionato. Nella prima sera aveva sul palco il cartonato della Regna Elisabetta di fianco a quello di Igor di Frankenstein jr mentre snocciolava un testo pieno di medicine e principi attivi che pure Carlo Verdone. Ieri sera era Dalì. Sublime. E se Willie Peyote ha svelato all'Ariston la vera ragione sociale dei grillini («Non ti servono i programmi se il consenso ce l'hai»), i Maneskin hanno vinto perché tutto si poteva immaginare ma non che l'orchestra si esaltasse con un pezzo hard rock con chitarrone distorto. Ieri sera Damiano esausto per terra a fine show ieri era un manifesto anni 70. Infine Vittoria annunciata per l'ospite Ornella Vanoni che stasera si giocherà con Orietta Berti il titolo di «miglior voce dell'edizione della rinascita»: 164 anni in due.

Il PURGATORIO C'è chi rimane comunque a metà classifica, almeno a questo giro. Aiello poteva fare di più e gridare di men. Colapesce e Dimartino hanno uno dei pezzi più «compiuti» di questo Festival ma è meglio la versione che si sente in radio di quella che si è ascoltata dal vivo all'Ariston. E non è l'unico caso. Con lui anche Fulminacci e pure, diciamolo, Bugo che si ama lo stesso anche se la voce talvolta perde la connessione. In fondo è facile essere convincente sul palco del Madison Square Garden tutto esaurito o a San Siro pieno come un uovo. Molto meno (chiedete a Fasma) andare via lisci se le sedie sono vuote e i microfoni non funzionano.

Madame invece. È arrivata con un hype stratosferico, e anche meritato. Ha talento, c'è da dirlo. Ed è di sicuro un'artista che ha idee, non solo luoghi comuni. Però chi l'ha detto che tutti debbano piacere a tutti. Ci sono anche fuoriclasse come lei che avranno un pubblico di nicchia non massiccio. Discorso a parte per Irama, il Tantalo di questa edizione, obbligato a guardarsi gareggiare in tv mentre era «prigioniero» in camera d'albergo. Dal cantante mascherato al cantante in quarantena. Ci fosse un premio una tantum, lo meriterebbe lui (anche perché la sua versione di Cirano era da giù il cappello).

HO SCRITTO T'AMO SULLA SABBIA C'è chi invece passa e va. Chi sparisce alla prima risacca. Ad esempio la super top model Vittoria Ceretti, bellissima per carità, ma ennesima dimostrazione che quel palco si mangia la bellezza e lascia il carattere: in questo caso non pervenuto, al contrario di Matilda De Angelis, simpatica come una bolletta del gas ma accidenti che talento. Anche Francesco Renga ha fatto un viaggio non proprio esaltante con un brano non certo il suo migliore, anzi. Ma capita.

Dopo le sue performance, ora criticare Random sarebbe come un tirassegno sulla Croce Rossa perciò andiamoci piano: però, almeno quando si fa il cantante fuori dalla

doccia, bisognerebbe azzeccare qualche nota, anche solo per sbaglio. Poi è troppo facile ripararsi dietro a giustificazioni un tanto al chilo: se si sale sul palco, bisogna avere una ragione valida per farlo. Anche piccola.

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