Sì certo, Mick Jagger ha 74 anni (compiuti l'altro ieri). Sì certo, era già al primo posto della classifica con i Rolling Stones quando i genitori di Ed Sheeran (la super popstar del momento) non erano neanche nati.
Però è rimasto rock.
Non c'è altro da aggiungere dopo aver ascoltato i due inediti che ha pubblicato ieri in contemporanea mondiale. Due brani «politici» che starebbero benissimo nel nuovo disco dei Rolling Stones in preparazione da dieci anni e non ancora completato nonostante i ripetuti annunci. Chissà perché Jagger ha voluto pubblicare proprio ora due singoli contemporaneamente, entrambi con potenzialità radiofoniche, entrambi pronti per il download, lo streaming e persino l'acquisto nei negozi tradizionali sia in forma di cd singolo (rarità dal passato) che di vinile (rarità di moda). A settembre i Rolling Stones ripartono con l'ennesimo tour che per molti potrebbe essere l'ultimo in grandi spazi (dopotutto il batterista Charlie Watts ne ha appena compiuti 76).
Insomma England lost e Gotta get a grip sembrano più che altro un (bel) divertissement di Mick Jagger, che ha voglia di farsi un altro giro di popolarità solista. Stavolta, oltretutto, a differenza di altri esperimenti in solitudine, la musica aderisce perfettamente all'immagine che lui ha saputo costruirsi in quei pochi (55) anni di carriera: rock e ribelle. «Questi due brani sono il risultato dell'ansia e della consapevolezza di non conoscere il cambiamento politico in atto», ha detto lui. Insomma, sono così schierati che difficilmente avrebbero potuto essere inclusi in un disco degli ecumenici Rolling Stones (raro esempio il «Ti definisci un cristiano, ma io ti considero un ipocrita» dedicato a Bush jr in Sweet Neocon di A bigger bang del 2005). Ma sono potenti, molto «catchy» nel senso di orecchiabili e, in poche parole, serviranno a molti scopi. Il primo è l'ennesima consacrazione dell'instancabile, quasi bulimico furore glamour di un simbolo che va oltre le generazioni. Inoltre, ci mancherebbe, ribadisce la sua indipendenza dal «brand» Stones. E infine insufflerà un po' di polemica politica, specialmente in Gran Bretagna visto soprattutto il testo di England Lost, che ha il featuring del rapper inglese Skepta. La musica ha qualche riferimento al classico degli Stones Miss you, ma il testo ruota intorno al verso «Sono andato a vedere l'Inghilterra, ma l'Inghilterra ha perso». «Si tratta- dice - di una squadra di calcio inglese che sta perdendo» ma «sapevo che la canzone sarebbe stata più di questo». È in sostanza un urlo contro la mancanza di «real passion» e, molto più concretamente, contro la Brexit, ossia la decisione di lasciare l'Unione Europea.
Invece Gotta get a grip (entrambi i brani sono stati scritti con Matt Clifford) è la sofferta ammissione di cercare «un aggancio» nel marasma che ci circonda (cita anche l'Isis). In poche parole, come spiega, «devi prendere in mano il tuo destino». E se si sente confusa la più grande rockstar di sempre...
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