Mike Tyson, l’icona del pugilato, della forza brutale, l’uomo che ha staccato un orecchio con un morso, soprannominato - appunto - “iron”, ferro, un punto debole lo ha sempre avuto: le donne.
Una vera fissazione per il sesso, stando a quanto riporta il suo ex manager Rory Holloway nel libro rivelazione “Taming the Beast: The Untold Story of Mike Tyson”. Una dipendenza, quella dello sportivo che, spiega Holloway, costringeva lo staff a un controllo di sicurezza 24h per evitare che Tyson si desse alla pazza gioia prima di un incontro.
Neanche il carcere per stupro, si legge nel libro, avrebbe alleggerito la mania del campione. “Sapevo che sul ring non c’era nessuno che potesse fermarlo” - dichiara Holloway - “qualsiasi sua decisione però dipendeva dal sesso e dalle donne”.
Un’adolescenza difficile a Brooklyn, New York, l’assenza del padre, un’educazione sbagliata da parte del suo coach Cus D’Amato, che gli aveva fatto credere che fama e soldi gli avrebbero permesso di avere qualsiasi donna. Forse tutto è dipeso da questo, racconta il manager. Fatto sta che le donne amavano i cattivi ragazzi e Tyson li impersonava tutti in uno, anche per una top model come Naomi Campbell.
“Si sono incontrati a una festa, Mike le ha detto di dover usare il bagno, lei lo ha seguito e alla fine mi sono ritrovato fuori la porta, con i loro drink in mano, a spiegare agli altri che i bagni erano occupati”.
Secondo Holloway, col tempo, le imprese di Tyson erano sempre più fuori dal ring, oltre lo sport. "Aveva il carisma, la capacità fisica e il talento per diventare il nuovo Muhammad Ali, ma da qualche parte, lungo la strada, si è perso”.
Il racconto
di una spropositata carica ormonale o voglia di vendetta? Certo è che Holloway ha deciso di parlare, spronato da suo figlio. Era stanco delle accuse: per molti sarebbe stato lui la causa dello sfacelo economico di Tyson.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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