Allora l'altro lato di Lucio Battisti era il rock. Quello nascosto. Più sotterraneo. Ma palpabile. «Era fondamentalmente un amante del rock inteso più come espressione di libertà che di sballo», ha confermato ieri Mogol presentando un disco strano e suggestivo: alcuni superclassici come Emozioni , Sì viaggiare e Con il nastro rosa , suonati da una super band e da due figli d'arte che hanno voci superlative: Deborah Johnson, figlia di Wess e nipote di Orlando Johnson (leader dei The Platters) e Randy Roberts, figlio di Rocky Roberts. Insomma Le canzoni di Mogol Battisti in versione rock New Era raccoglie dodici canzoni che ciascuno di noi ha ascoltato almeno una volta (superlativa la versione di Mi ritorni in mente ) e che qui si scrollano di dosso la polvere del tempo per indossare chitarre elettriche e giubbotti di pelle. «Lucio era appassionato di tutte le band che suonavano duro e, se ci fate caso, Il tempo di morire è un brano con una precisa e definita struttura rock: perciò la base di questo disco era pronta e noi ne abbiamo solo recuperato lo spirito». Anzi, come spiega, «gli abbiamo dato lo smalto dei tempi». Dopo tanti anni, Mogol parla ancora di Battisti con la stessa sintonia musicale che li ha trasformati nella più favolosa e irripetibile coppia della musica leggera italiana: «Io suonavo le parole e lui cantava la musica» dice sempre.
E il loro incontro ha davvero rivoluzionato la canzone d'autore e la cultura popolare: «Quando abbiamo presentato l'album Una giornata uggiosa , i discografici temevano che pochi capissero cosa volesse dire uggiosa perché era un termine desueto. Invece ora è di uso comune». Alla fine New Era è un'operazione coraggiosa che conferma soprattutto la caratteristica principale delle canzoni senza tempo: riescono a rinascere e non importa quanto tempo dopo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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