La morte misteriosa di Jean Marc Vallée. Sfiorò l'Oscar con "Dallas Buyers Club"

Scompare a 58 anni il regista canadese che parlò di omosex, Aids e storia

La morte misteriosa di Jean Marc Vallée. Sfiorò l'Oscar con "Dallas Buyers Club"

«L'umanità, anche quando è splendida, ha un lato oscuro. È questo ad attrarmi. Lo svantaggiato. Il dimenticato». E nelle pieghe delle tenebre Jean Marc Vallée se n'è andato. Aveva 58 anni e nel suo cottage, alla periferia di Quebec City, è stato ritrovato senza vita la mattina di Natale. Che cosa sia accaduto non è chiaro e saranno autopsia e inquirenti a fare luce su quella che sembra una disgrazia. A darne notizia è stato il suo agente Bumble Ward, colto di sorpresa e sbigottito. «Era un artista vero e generoso. Un uomo amabile - ricorda il socio e produttore Nathan Ross - e, per me, un fratello maggiore, un amico e un partner creativo. Lascia un vuoto enorme e ci mancherà ma non si perderà il suo stile meraviglioso e il lavoro che ci ha lasciato in eredità».

Jean Marc Vallée non era uno di quelli nati in braccio all'Oscar e, di statuette, ne ha fatte vincere ad altri senza portarne a casa lui.

Aveva iniziato a girare video musicali e a 32 anni era approdato al cinema con un thriller abbastanza scontato, Liste noir, su un giudice pescato con una prostituta e spedito a giudizio, dove sputa i nomi imbarazzanti di uomini di legge e politici ingombranti che mettono in pericolo la vita del magistrato inquisito e del collega che indaga. Era il 1995, anni di scandali e mani pulite anche al di là dell'oceano seppure in versione fiction. Il film non entrò nella storia ma in Canada si accaparrò nove Genie award, gli Oscar locali, e stuzzicò l'attenzione di Hollywood.

Senza montarsi la testa, Vallée rimase dov'era e, dopo qualche titolo secondario e dieci anni di lavoro, nel 2005 si afferma con C.R.A.Z.Y., un dramma in cui un uomo, alla ricerca della propria sessualità, riesce a farsi accettare dal padre omofobo. Anche stavolta fece incetta di premi locali, facendosi apprezzare dallo showbusiness per il coraggio nell'affrontare temi scomodi.

Gli stessi che l'avrebbero consacrato per il suo capolavoro, Dallas Buyers Club, sulla vera storia di Ron Woodroof, un rude elettricista texano al quale fu diagnosticato l'Aids e, per questo, iniziò a diffondere farmaci sperimentali a prezzi bassissimi rispetto alle case farmaceutiche.

Il film fu un successo mondiale e il regista fu candidato a un Oscar che non vinse, facendone però guadagnare uno al protagonista Matthew McConaughey e uno a un inimitabile Jared Leto, transessuale malato. Prima della consacrazione del 2013, Vallée si era dedicato al ritratto storico con The Young Victoria, premiato per i costumi e incentrato sugli anni giovanili della sovrana inglese.

L'operazione gli aprì le porte del cinema britannico ma Vallée tornò in America facendo seguire a Dallas Buyers Club, prima Wild poi il discusso Demolition, criticato per scurrilità e uso di

droghe. Vallée scelse la via delle serie tv senza dimenticare nuovi progetti. Un biopic su John Lennon e Yoko Ono, coprodotto dalla vedova e Lady in the lake con Natalie Portman per Apple tv. Il destino glieli ha impediti.

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