Si è spento a 87 anni il regista Ermanno Olmi. Lombardo, era nato nel 1931 a Bergamo per poi spostarsi a Milano dove divenne il "Ragazzo della Bovisa", titolo poi della sua autobiografia. Olmi dovette fare subito i conti con la perdita dei genitori. Ma questo non gli impedì di diventare negli anni un punto di riferimento del cinema italiano e non solo. Prima la scuola, poi l'Accademia e infine quel posto alla Edisonvolta. Lì ha ricevuto il primo compito: documentare con una cinepresa da 16mm la società di quella Milano degli anni '50. Da lì inizia la sua carriera. Ben 40 film che hanno messo in luce l'umanità dei protagonisti.
Dagli anni '70 la sua dimora diventa Asiago. Lì tornava sempre dopo i suoi lavori, lì ha messo le radici la sua famiglia. Il film che però gli dà la vera e propria consacrazione è "il Posto". È subito trionfo nel 1961 a Venezia nella sezione Informativa. Ma Olmi non è stato soltanto un regista. Nella sua lunga carriera è stato anche sceneggiatore, produttore e scenografo. Nel 1978 un altro grande successo con "L'albero degli zoccoli" (Palma d'oro a Cannes) dove racconta la sua terra in dialetto bergamasco. Cattolico fervente ha usato il suo cinema per una comunicazione spirituale in senso lato. La sua esperienza professionale è stata declinata anche a teatro con "Piccola città" di Thorton Wilder. A seguire portò in scena anche "Teneke" di Fabio Vacchi. Una vita spesa e dedicata all'arte in tutte le sue forme. Il tutto accompagnato da un sorriso malinconico e gentile.
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