È morto Rutger Hauer: addio alla star di Blade Runner

L’attore olandese, cult per le sue interpretazioni leggendarie in “Blade Runner” e “Ladyhawke”, è scomparso all’età di 75 anni: lo ha reso noto il suo agente

È morto Rutger Hauer: addio alla star di Blade Runner

Protagonista di film culto come Blade Runner di Ridley Scott e Ladyhawke di Richard Donner, Rutger Hauer è morto all’età di 75 anni. Lo ha reso noto il suo agente, Steve Kenis, ad esequie avvenute: l’attore olandese è infatti scomparso il 19 luglio 2019 nella sua abitazione di Beetsterzwaag dopo una breve malattia. I funerali si sono tenuti nella giornata di mercoledì.

Nato a Breukelen il 23 gennaio 1944, Hauer ha preso parte nella sua carriera a oltre 80 film. La notorietà si lega soprattutto al celebre monologo pronunciato nei panni del replicante Roy Batty in Blade Runner: “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”.

Parole che, come hanno raccontato il regista Ridley Scott e lo sceneggiatore David Peoples nel documentario Dangerous Days: On the Edge of Blade Runner, scrisse l’attore in prima persona, diventando così un’icona assoluta della moderna fantascienza cinematografica.

Addio a Rutger Hauer, il ribelle olandese di Hollywood

Ragazzo ribelle e insofferente alle regole, Rutger Hauer aveva trascorso un’adolescenza sui generis. Mollata la scuola, a 15 anni partì per lavorare su un piroscafo mercantile per un anno, seguendo le orme di suo nonno capitano di goletta. Espulso da scuola al suo ritorno, si dedicò alla poesia e provò ad entrare in Marina (non senza una fuga da un ospedale psichiatrico nel quale l’avevano fatto rinchiudere) prima di dedicarsi definitivamente alla recitazione.

Il suo primo ruolo importante glielo offrì Paul Verhoeven nel 1973: fu lo scultore bohemien protagonista dello scioccante Fiore di carne, uno dei film di maggior successo del cinema olandese. Per Verhoeven tornò a recitare in Kitty Tippel... quelle notti passate sulla strada nel 1975, Soldato d’Orange nel 1977 e nel violentissimo L’amore e il sangue del 1985.

Dopo il successo raccolto nel 1982 grazie a Blade Runner (l’anno prima aveva affiancato Sylvester Stallone nel cult movie I falchi della notte di Bruce Malmuth), Hauer si confermò a Hollywood con film come Osterman Weekend di Sam Peckinpah, Ladyhawke di Donner, l’horror The Hitcher - La lunga strada della paura di Robert Harmon e Furia cieca di Phillip Noyce. Grazie ad uno spot per la Guinness, nel 1987 fece incrementare le vendite della birra del 22% in soli 3 mesi.

Proficuo è stato anche il suo rapporto con il cinema italiano: Ermanno Olmi l’ha diretto nel 1988 ne La leggenda del santo bevitore (Leone d’Oro a Venezia), Lina Wertmüller nel drammatico In una notte di chiaro di luna, Giuseppe Ferrara ne I banchieri di Dio - Il caso Calvi, fino ai recenti Il villaggio di cartone di Olmi, Dracula 3D di Dario Argento, Il futuro di Alicia Scherson.

Dagli anni ’90 ad oggi Hauer era passato da B-movie a ruoli secondari in produzioni importanti, come Confessioni di una mente pericolosa di George Clooney, Sin City di Robert Rodriguez e Frank Miller e Batman

Begins di Christopher Nolan. Al cinema l’abbiamo visto per l’ultima volta nel western I fratelli Sisters di Jacques Audiard. Ma nel cuore del pubblico rimarrà soprattutto come l’indimenticabile replicante di Blade Runner.

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