Nell'"Anima degli altri" il talento perduto di Alba De Céspedes

In racconti inspiegabilmente dimenticati brilla la prosa essenziale e limpida di una delle più grandi scrittrici del '900

Nell'"Anima degli altri" il talento perduto di Alba De Céspedes

Il 24 febbraio è uscita per Cliquot la raccolta di racconti L'anima degli altri, il libro di esordio (Maglione, 1935) di Alba De Céspedes, la grande scrittrice italo-cubana che dopo un immenso successo tra gli anni Trenta e gli anni Settanta/Ottanta con romanzi tradotti in settanta lingue, è stata inspiegabilmente dimenticata.

Di lei scrisse un critico francese, riferendosi al suo romanzo Dalla parte di lei (Mondadori, 1949): «A.d.C sta ad un altissimo livello. Tanto che possiamo domandarci se ella non è, al momento attuale, la prima romanziera del mondo. A paragone di lei, le romanziere d'oltre Atlantico devono essere riportate al loro vero posto, che è piccolo.» (La traduzione traballante non è mia, non volevo cambiarla, ma il senso di quelle parole non viene adombrato).

La raccolta di novelle (come allora si diceva) L'anima degli altri ci fa conoscere la scrittura della ventiquattrenne Alba e ci fa capire che scrittori/trici si nasce. In questi brevi e freschi racconti, la sua limpidezza nel raccontare ogni sentimento umano, anche torbido, la sua parola semplice ma capace di addentrarsi nelle profondità dell'anima sono già ben evidenti, rivelano il suo istinto narrativo, il suo talento innato. Siamo di fronte al contrario del brutto anatroccolo, che rivelava la sua bellezza solo quando è cresciuto. Alba è nata con le rotelle che giravano in senso letterario, e lo ha dimostrato lungo tutta la sua vita.

Scrisse la sua prima poesia a cinque anni, e ancora non sapeva che quella devianza non l'avrebbe mai più abbandonata. Lei stessa in un'intervista racconta che il padre, trovando la poesia sul tavolo dove lei giocava, le chiese: «Alba, hai scritto tu queste righe?». E lei rispose: «Papà mi dispiace, ti prometto che non lo faccio più!». Il padre sorrise: «Eh no, lo farai ancora, pobresita». Così è stato, era il suo destino. Dopo aver pubblicato nel '34 il suo primo e bellissimo racconto sul Giornale d'Italia (ricevendo un compenso), dal titolo Il segreto, ecco che l'anno successivo arriva il primo libro, in cui sarà inserito quel prima racconto con un altro titolo, Il dubbio. Nel 35 è una giovane appassionata, le piace esplorare diverse possibilità narrative, dal surreale al sentimentale, dal noir al mistero, dal verismo al visionario Ma in qualunque sentiero si avventuri si porta dietro la propria voce, la propria inconfondibile musica, la propria impronta digitale letteraria. La sua scrittura è una catena di parole dove ogni maglia ha il suo senso, mai appesantita da grovigli tanto appariscenti quanto inutili, da belle frasette che cercano di abbagliare il lettore a danno della narrazione. Invito chiunque ad avvicinarsi a questa grande scrittrice, che finalmente viene riportata alla luce con il suo primo libro e con il suo capolavoro, pubblicazioni ugualmente importanti per cogliere il valore e lo spessore della sua scrittura.

Alba è stata capace di cogliere tra la fine degli Anni Quaranta e i primi Anni Cinquanta - le prime scintille di insofferenza giovanile e la insanabile frattura generazionale che quasi vent'anni dopo esplose nel '68. Invito anche gli aspiranti scrittori a cibarsi dell'opera di Alba per confrontarsi con la sua capacità narrativa. Questa portentosa donna è stata anche una partigiana (il suo nome di battaglia era Clorinda), mettendo al servizio della Resistenza le sue parole e la sua voce nelle trasmissioni di Radio Bari, la prima emittente libera d'Europa nel buio periodo dell'Occupazione nazista.

Questa raccolta di racconti edita da Cliquot, L'anima degli altri, ha anche il pregio di essere una bellissima edizione, un

oggetto piacevole da tenere in mano, una bella carta, una bella stampa, una confezione che rivela il rispetto e l'ammirazione dell'editore per questa grande protagonista della Letteratura del Novecento, Alba Dé Cespedes.

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