"La mia giornata è più piena di prima, dico "sì" a tutto. Sempre. È una reazione nervosa e di attaccamento alla vita", Nicola Savino è un fiume in piena nell’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. Il dj e conduttore ha raccontato di aver riscoperto il dono della pazienza e rispolverato vecchie passioni, ma di avere anche il dubbio di aver contratto il coronavirus.
Nicola Savino è stato uno dei primi volti noti a dover rispettare la quarantena. Il 10 marzo scorso, a causa di un operatore contagiato all’interno della trasmissione "Le Iene" che conduceva con Alessia Marcuzzi, lui è stato costretto a chiudersi in quarantena. Pochi giorni dopo l’Italia intera è stata sottoposta all’isolamento. Durante la chiacchierata con il quotidiano, Nicola Savino, ha confessato di aver avuto sintomi riconducibili a un contagio da Covid-19 poco prima di condurre il "Dopo Festival" a Sanremo: "Per una settimana ho avuto tosse secca, febbre alta e fatica a respirare. Stavo per chiamare i soccorsi". Poi però tutto è rientrato: il successo al Festival, la costante a Radio Deejay e la sua passione per il calcio.
Con la quarantena estesa a tutta Italia anche Savino si è trovato costretto a una nuova quotidianità fatta di organizzazione maniacale della giornata e musica. Il sesso? Argomento da non toccare: "Bel casino: abbiamo un adolescente e la sua camera da letto è confinante con la nostra". Allora, scherza con il giornalista, meglio dormire: "Neanche, dormo poco e senza tranquillanti. Non mi piacciono.
Sono figlio di genitori abbonati al Tavor e, come dice Freud, per ammazzare padre e madre il figlio segue sempre direzioni opposte. Quando presentavo Colorado ho ceduto e l’ho preso ma la mattina in radio perdevo secondi sulla reazione alla battuta".
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