Ecco perché preoccupano la gaffe di Carlo e il "no" della Truss

C'è aria di tempesta tra Carlo III e Liz Truss: La gaffe del re al meeting settimanale con la premier potrebbe essere interpretata come una sua piccola vendetta conseguente al "divieto" di presenziare alla Cop27 in Egitto

Ecco perché preoccupano la gaffe di Carlo e il "no" della Truss

Tra re Carlo III e la nuova primo ministro Liz Truss i rapporti non sarebbero dei migliori: all’opposizione della premier alla presenza del sovrano alla Cop27 in Egitto ha fatto seguito una battuta abbastanza sgarbata di Sua Maestà, durante l'udienza settimanale a Buckingham Palace. Schermaglie che non solo fanno riemergere la questione della divisione dei poteri nel Regno Unito, ma potrebbero sottintendere la possibilità che esista già un attrito, foriero di future, più profonde tensioni, fra la neo premier e il nuovo re.

"Di nuovo qui? Oh Cielo, comunque..."

Re Carlo III non è riuscito a trattenere il suo sconforto alla vista di Liz Truss, lo scorso 12 ottobre, per l'incontro settimanale ormai divenuto una tradizione a Buckingham Palace. Giunta al suo cospetto la primo ministro si è inchinata e lo ha salutato: "Ben ritrovato, Sua Maestà”. Questi, per tutta risposta, le ha rifilato un mesto: “Ѐ di nuovo qui?”, non nascondendo un certo fastidio. La Truss, senza tradire alcun imbarazzo, ha risposto: “Ѐ un grande piacere”. Ma Carlo, per nulla pentito della sua esternazione sopra le righe, ha rincarato la dose: "Oh Cielo. A ogni modo...”, rassegnato a iniziare l'udienza. Per l'opinione pubblica britannica e internazionale, abituata alla compostezza della regina Elisabetta, questa strana scena è stata sorprendente, quasi inclassificabile. Il re ha disatteso l'usuale impassibilità e la neutralità politica della royal family. I tempi cambiano, è vero, Carlo III vorrebbe rivoluzionare la monarchia, partendo proprio dalla sua incoronazione, il prossimo 6 maggio, ma forse questo incidenre nasconde ben altro. Un attrito tra Sua Maestà e il governo che potrebbe causare problemi alla nazione.

Una battuta politica?

Il ministro per gli Affari Esteri britannico James Cleverly, intervistato da Lbc Radio, ha chiesto di non definire le parole di Carlo III come una "dichiarazione politica", aggiungendo: "La vedo più come un'affermazione empatica. [Il re] riconosce che tutti noi...abbiamo di fronte un inverno difficile", riferendosi all'attuale situazione internazionale di cui è protagonista, suo malgrado, l'Ucraina. In effetti nessuno può escludere che il re, con quelle frasi, volesse solo ricomprendere l'intero momento storico che stiamo vivendo, che quella sorta di rassegnazione sul suo viso fosse solo la presa di coscienza di una condizione che riguarda tutto il mondo e ogni giorno che passa assomiglia sempre di più a un dedalo. Va detto anche che l'udienza dello scorso 12 ottobre ha coinciso con un momento particolarmente insidioso per Liz Truss, alle prese con la crisi economica e il crollo della sterlina. Forse la battuta di Carlo voleva sdrammatizzare l'atmosfera tesa, ma è stata una débâcle.

Il primo “no” a Carlo III

Per la verità La gaffe durante il meeting è solo l'ultimo attrito, in ordine di tempo, tra Carlo III e Liz Truss. Il sovrano, a poco più di un mese dalla sua ascesa al trono, ha già dovuto incassare il primo rifiuto di carattere politico. La nuova premier, infatti, avrebbe ordinato al monarca di non partecipare alla Cop27, la conferenza sul clima che si terrà in Egitto, a Sharm el-Shaikh, dal 6 al 18 novembre 2022. Un duro colpo per Carlo, da anni convinto ecologista. La presenza del re non sarebbe in linea con il suo ruolo, che deve essere “super partes”, avrebbe spiegato la Truss. “Con amicizia e rispetto reciproco c’è stato un accordo secondo cui il Re non avrebbe partecipato”, ha comunicato Buckingham Palace in una nota ufficiale. Carlo III sarebbe “dispiaciuto” di non poter tenere un discorso alla Cop27, come fece la regina Elisabetta lo scorso anno. Molti osservatori, però, ritengono che “no” potrebbe essere l'inizio di una specie di guerra fredda, dagli esiti tutt'altro che scontati, tra il primo ministro britannico e Sua Maestà. Se così fosse la battuta infelice di Carlo a Buckingham Palace sarebbe una piccola vendetta, una provocazione che, però, non si addice per nulla al monarca d'Inghilterra.

Un consiglio o un ordine?

Sarebbe stato re Carlo a chiedere il parere di Liz Truss in merito a una sua possibile partecipazione alla conferenza sul clima. Probabilmente il sovrano non si aspettava un secco no, magari sperava di poter concordare il suo intervento con la premier. I tabloid hanno scritto che il primo ministro addirittura “ordinato” a Sua Maestà di restarsene a Palazzo, “vietandogli” di volare in Egitto. Quello della Truss non sarebbe stato un semplice “consiglio”, ma un’imposizione che ha fatto scattare un campanello d’allarme negli esperti e sui giornali. Il Time ha titolato: “Il cambiamento climatico potrebbe creare tensioni nelle relazioni tra re Carlo III e il primo ministro del Regno Unito Liz Truss”. Ora c’è chi si chiede se il divieto di prendere parte alla Cop27 possa essere interpretato come una prevaricazione, una sorta di ingerenza governativa nei poteri reali.

Cosa c’è dietro al “no” di Liz Truss

Il Time chiarisce subito che “contrasti pubblici tra il re e il primo ministro sono molto improbabili”. Qualunque attrito dovrebbe rimanere tra le mura di Buckingham Palace, dunque. L'impressione, però, è che all'udienza settimanale non sia stato così. Inoltre è evidente che ci troviamo di fronte a due personalità con idee molto diverse e ben strutturate, soprattutto in merito ai cambiamenti climatici e sulla difesa della natura. Da anni Carlo III avverte il mondo sui rischi dello sfruttamento smodato dell’ambiente da parte degli esseri umani. In un saggio su Newsweek, lo scorso gennaio, ha scritto: “Il mondo è sull’orlo del baratro. È necessario mobilitarsi, mettersi sul piede di guerra per vincere”. Invece Liz Truss, come spiega ancora il Time, nutrirebbe dei dubbi nei confronti delle politiche sulle energie rinnovabili e sarebbe impegnata a incrementare gli investimenti sui combustibili fossili.

La differenza tra Liz Truss e re Carlo III

Con questi presupposti sembrerebbe piuttosto complicato spingere il sovrano e il primo ministro a un compromesso. La battuta del re, poi, potrebbe aver esacerbato gli animi (ma questo lo capiremo col tempo). Entrambi sono fermi sulle loro posizioni, ma c’è una differenza notevole tra i due: i loro ruoli. Il potere effettivo non è nelle mani di Carlo, ma della Truss. La Corona regna, ma non governa. “Ci si aspetta che il re rimanga al di sopra della politica e che eviti assolutamente di condividere le sue opinioni”, scrive il Time. Questa è la regola aurea che ogni sovrano inglese è tenuto a seguire. Nel suo primo discorso alla nazione, dopo la morte della regina Elisabetta, Carlo III disse: “La mia vita, naturalmente, cambierà quando assumerò le mie nuove responsabilità. Non mi sarà più possibile dedicare tanto tempo ed energie agli enti di beneficenza che mi stanno a cuore”. Tra queste parole ne manca una che, però, è sottintesa e Carlo non può certo ignorare: neutralità.

Quando Elisabetta II parlò alla Cop26

“Queste posizioni potrebbero mettere re Carlo III in contrasto con il governo che ora serve”, scrive ancora il Time. Ma allora dobbiamo pensare che anche la regina Elisabetta abbia violato le regole quando pronunciò il famoso discorso, registrato a causa di motivi di salute, alla Cop26 di Glasgow, nel 2021? No, al contrario. La sovrana ha fatto della neutralità politica uno dei suoi baluardi, dei suoi “marchi di fabbrica”. Proprio per questo ha potuto inviare il videomessaggio in cui ci ricordava che “nessuno vive per sempre”. Le sue parole erano quelle di una guida saggia, “super partes”, appunto. L’impegno decennale di re Carlo in favore dell’ambiente, invece, lo ha inevitabilmente esposto, compromettendo la sua neutralità (il fatto che possa trattarsi di una giusta causa non conta: il problema è legato al ruolo, non ai temi). Non solo: anche la battuta detta in pubblico durante il meeting settimanale del 12 ottobre 2022 potrebbe creare ulteriori attriti con il governo ma, quel che è peggio, potrebbe mostrare al mondo intero che esiste già una diatriba.

Come rimediare?

Le udienze tra il sovrano e la premier sono riservate. Non vengono registate e tantomeno viene trascritto ciò che i due si dicono. Ma Carlo si è espresso in modo diretto prima dell'inizio dell'incontro: ciò potrebbe far pensare, nell'ipotesi peggiore, che non ritenga così importante la battuta nei confronti della Truss e ne abbia sottovalutato le implicazioni. Allo stesso modo potrebbe aver pensato che un suo discorso alla Cop27 non avrebbe valenza politica. Sia nel caso della gaffe che in quello della conferenza sul clima il re avrebbe dimostrato di voler fare ciò che un monarca non potrebbe permettersi: violare la neutralità politica. Come può muoversi Sua Maestà per quel che concerne i temi che gli stanno più a cuore e il rapporto con il governo? “Ci sono due aree chiave in cui il re Carlo III può usare il suo ruolo per combattere in favore del clima: per prima cosa avrà un ruolo diplomatico...poi terrà incontri settimanali con la Truss”, dice il Time. “Rientra nei suoi diritti fare domande a Liz Truss…senza dirle quale politica lei debba o non debba sostenere”, spiega al Time Ed Matthew, direttore di E3G. Ancora una volta l’esempio della regina Elisabetta potrebbe aiutare Carlo III, come rivela l’esperto di legge costituzionale Craig Prescott: “…Talvolta la Regina metteva alla prova, indagava su ciò che il primo ministro stava dicendo, o sulla politica del governo, piuttosto che dire ‘Non sono d’accordo’ o ‘Penso sia sbagliato’”.

Il re non può negare il suo assenso al governo, ma potrebbe trasformare la sua immagine da attivista royal a figura capace di ispirare le persone. Però ci vuole tempo e carisma. Non sappiamo se Carlo III ne abbia abbastanza.

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