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Noemi Gherrero: "Sono contro le ideologie, bisogna andare oltre"

Nel cast del film "Vecchie canaglie" di Chiara Sani in sala dal 5 maggio, Noemi Gherrero si è raccontata ai nostri microfoni tra carriera e vita privata

Noemi Gherrero: "Sono contro le ideologie, bisogna andare oltre"

Attrice, conduttrice, fotografa ma non solo. Un’artista poliedrica, divisa tra piccolo e grande schermo: dopo il successo di “Le parole per dirlo” - in onda su Rai 3 ogni domenica mattina - Noemi Gherrero sarà tra le protagoniste del film “Vecchie canaglie” di Chiara Sani, commedia che vede anche la presenza, tra gli altri, di Lino Banfi, Andrea Roncato e Greg. Bella, intelligente e mai banale: ai microfoni de ilGiornale.it si è raccontata tra carriera e vita privata.

Lei interpreta il ruolo di Martina, un’infermiera un po’ sopra le righe…

“È assolutamente un’infermiera sopra le righe (ride, ndr)! Una ragazza con gli occhioni sempre molto emozionati, che ama la vita, molto ingenua e molto ironica, nel suo modo di essere vera e spontanea. È un personaggio molto presente nella prima parte del film e che tende poi a scomparire, anche volutamente, perché la regista voleva dare l’idea di un personaggio molto acerbo e un po’ immaturo. È un personaggio molto divertente, mi sono divertita a interpretarlo, molto diverso da quelli che ho sempre fatto. Ho fatto un lavoro mirato anche sulla voce, Martina sembra un personaggio uscito dai cartoni animati, come del resto anche gli altri del film”.

Martina è una donna dolce e romantica, ma anche sbarazzina. Lei è così anche nella vita?

“Io credo sempre che ci sia qualcosa di noi in ogni personaggio. Credo che l’attore sia la persona più sincera che si possa incontrare. Io ho delle caratteristiche apparentemente molto differenti: amo l’action, amo lo sport, sono molto fisica. Ma c’è qualcosa di me in Martina, assolutamente. Lei si lascia sorprendere dalla vita, è curiosa, ha un approccio quasi sempre infantile: questo fa anche parte di me. Mi piace farmi sorprendere dalle cose, non sono una stratega ma anzi sono molto spontanea. Credo davvero tanto nei sogni: non mi pongo mai dei limiti”.

A proposito di sogni, quali sta coltivando?

“A me piacerebbe tantissimo interpretare un grande ruolo in un grande film, non metto limiti alla Provvidenza, per quanto sia complicato. Non mi lascio fermare da nessuno. Sogno di fare qualcosa di mio, su cui sto già lavorando, o riuscire a interpretare qualcosa che mi piace da morire: mi piacerebbe tantissimo fare un film in costume o lavorare su qualche biografia”.

Da Lino Banfi ad Andrea Roncato, come è stato lavorare con un cast ricco di attori di spessore?

“Per me è stato un po’ come quando in ‘Le parole per dirlo’ mi è capitato di avere ospiti Roberto Saviano o Dacia Maraini: mi sento sempre alla pari rispetto alle persone che incontro, non mi lascio suggestionare o intimidire. Non mi sento mai di più, mai di meno rispetto a ogni persona che incontro. Il mio atteggiamento è sempre lo stesso: prendere e dare. Sul set mi sono divertita, mi sono lasciata sorprendere senza pregiudizio. C’è stata tanta bella energia, sono nati rapporti di amicizia”.

“Le parole per dirlo” è un viaggio inedito nella lingua italiana e il programma ha avuto un ottimo successo. Perché secondo lei, in un momento in cui l’attenzione all’utilizzo delle parole viene sempre meno?

“Si parla troppo, siamo in tanti a parlare. Si viaggia per luoghi comuni. L’originalità per venire fuori ha bisogno di una fase di maturazione che oggi non c’è più. Oggi i tempi di risposta devono essere sempre iper-veloci. Spesso gli ospiti mi hanno parlato del grande Gigi Proietti, che diceva una verità assoluta: bisogna discernere un gioco dall’improvvisazione. Per tradire le regole bisogna innanzitutto conoscerle. Per trovare il proprio ‘tradimento’ serve tempo, sperimentazione. Forse anche per questo oggi si arriva tardi ad ottenere il successo“.

E il politicamente corretto che effetti sta avendo sulla nostra società e sull’arte?

“È complesso rispondere. Io ho sempre detto che l’arte nasce come risposta a quello che è la società. Io immagino l’arte come ribelle, senza necessariamente la morale o l’etica. Io sono contro le ideologie. Secondo me serve un passo in avanti, bisogna andare oltre. A me non piacciono le esagerazioni. I tempi e le parole cambiano, a volte abbiamo abusato di certi termini tanto da diventarne vittima. Quando fai comunicazione, devi dare attenzione. Ma quando sei un artista, no. Anche per quanto riguarda la guerra, bisogna scindere: una cosa è la politica, un’altra sono le popolazioni che soffrono o gli artisti che sono stati boicottati. Il pensiero totalitario stride con la crescita di una persona o di una società. L’anno scorso ospitai a ‘Le parole per dirlo’ Neri Marcorè e evidenziò che i comici non possono fare più nulla. La satira politica di venti anni fa non si può più fare, figuriamoci adesso: sei limitato. Se qualcuno mi chiama terrona, non mi interessa nulla, lascio scivolare. Se ragioniamo sulla satira e sulla provocazione, perché devo limitare tutto ciò? L’intelligenza sta anche nel cogliere le sfide e nell’attribuire un valore alle cose”.

Tornando al suo percorso, lei ha lottato contro l’anoressia e ha voluto dare un esempio a tutti coloro che stanno soffrendo…

“Io sono stata anche attaccata per aver detto che questa cosa ti resta sulla pelle. Sono esperienze che ti segnano. Stiamo vivendo un tempo in cui siamo schiavi dell’immagine. Magari trent’anni fa era l’immagine di Naomi Campbell. Oggi non è più legato al canone della perfezione, anche il difetto viene esasperato. Qualsiasi sia la forma che prende il nostro corpo, sentiamo sempre l’esigenza di diversificarci. Pensiamo alle pubblicità di oggi, ricollegandoci al ragionamento sul politicamente corretto: scegliere una donna oversize per dimostrare che tutti possiamo essere attraenti è un messaggio interessante, ma per me è normalissimo! Non sento il bisogno di esasperare questo messaggio. Io sono assolutamente a favore, ma tutto ciò conferma che oggi dobbiamo sempre esasperare la nostra corporeità per sentirci presenti. Credo che il grande problema siano stati i social network, che hanno stravolto le nostre vite. Si avverte la necessità di sentirsi visibili a tutti i costi, la cosa più facile è farlo con l’immagine, trasformandola in tutti i modi possibili”.

Il politicamente corretto è sempre presente anche da questo punto di vista. Pensiamo alle numerose coppie omosessuali protagoniste delle pubblicità, moltiplicatesi dopo le proteste del mondo LGBTQ…

“Assolutamente. A me non interessa sapere se tu sei gay o etero. Perché dobbiamo necessariamente parlare dell’identità sessuale o dobbiamo necessariamente schierarci?”.

Che rapporto ha con la sensualità?

“Io ho fatto un lavoro sul mio corpo. Mi sono ammalata di anoressia perché rifiutavo il mio corpo. Rifiutavo le mie curve, la mia bellezza. Ho lavorato per anni, adesso sono serena e fiera. Mi piace molto il mio corpo, agire attraverso il mio corpo. Anche perché di carattere sono molto fisica, mi piace averne cura e disciplina. Sono cosciente di essere una donna attraente, perché nasconderlo o averne vergogna? Senza arrivare a giocare esclusivamente su quello: questo non mi interessa”.

C’è una critica o una maldicenza che le ha fatto male?

“Fortunatamente no. Anzi, sono molto contenta di poter dire il contrario. Dopo dieci anni di gavetta ho avuto una possibilità importante. Nessuno mi ha delegittimata: a parte qualche invidia femminile, ho ricevuto solo complimenti per il programma. Sono stata molto legittimata e questo mi ha fatto molto piacere, soprattutto perché partivo con tutti i bastoni tra le ruote possibili”.

Ha un grande legame con Napoli…

“Sento di rappresentare molto bene questa città. Napoli è una città che tutti vogliono capire, molto complessa: di una bellezza straordinaria, molto oscura ma anche piena di luce. Mi paragono spesso ai vicoli napoletani, dove trovi squarci con luci meravigliose ma magari devi anche stare attento a chi ti sta dietro. Credo che il napoletano abbia qualcosa di diverso”.

Che rapporto ha con la fede?

“Io sono molto spirituale. Non sono una professante cattolica, non vado in chiesa tutti i giorni, ma ho un approccio molto libero. Ho fatto dei percorsi con i preti, taoisti e buddisti. Non sono una dogmatica, non mi piace la regola, ma coltivo molto la spiritualità. Se non fossi stata così spirituale, se non avessi avuto così fede, non credo che sarei mai arrivata dove sono ora. Tutto ciò che ho fatto l’ho prima visto, immaginato e desiderato”.

Della sua vita privata si sa pochissimo. È innamorata

"Dopo aver avuto una storia importante finita poco tempo fa, sono pronta all'amore e a vivere qualcosa di importante".

La popolarità le ha dato dunque dei problemi in amore?

“Sì. Avevo già delle complessità prima, perché sono una donna che impatta sulla vita delle altre persone. Non sono una persona che si accontenta della passeggiatina (ride, ndr). O mi innamoro e perdo la testa, o chi se ne importa. Non soffro la solitudine, sto bene da sola”.

Quali sono i suoi progetti futuri?

“Aspetto con grande ansia la riconferma in Rai, siamo tutti quanti in attesa. Questo percorso televisivo mi ha dato tanta soddisfazione, c’è la possibilità di dare un’offerta un po’ diversa.

Non ho mai rinunciato alla parte artistica, conto di mettere in scena uno spettacolo e un cortometraggio. Poi ho un altro film da girare. Ho molto bisogno di viaggiare in questo momento: mi piacerebbe fare qualcosa in Africa attraverso il volontariato. Sono in una fase in cui voglio dare, semplicemente”.

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