L' Italia è la prima potenza culturale del mondo, per questo bisogna investire sulla bellezza. Dove si è investito, come a Capri, Taormina, Gubbio, il ritorno economico e lavorativo è altissimo. Vittorio Sgarbi da tempo ha lanciato il suo movimento Rinascimento, che ha questo come missione: riportare nella politica il primato dell'arte. Ora ha convinto il superministro dell'economia dei Governi Berlusconi, Giulio Tremonti, a firmare insieme il manifesto politico che lancia la loro azione. Esce infatti, a doppia firma, nei prossimi giorni, il libro Rinascimento (Baldini&Castoldi, pagg. 180, euro 17). Il testo non è un elenco di belle intenzioni da portare in paradiso. È un'analisi lucidissima sulla situazione dell'Italia, nel contesto europeo e mondiale, e una proposta su come salvarla dall'irrilevanza.
Mentre infatti il critico d'arte ci spiega il grande tumulto espressivo e artistico che si sviluppò nelle nostre terre, nel Rinascimento, prefigurando che soltanto con un altro analogo grande tumulto l'Italia si possa risollevare, Giulio Tremonti afferma che il Rinascimento potrà ri-avverarsi soltanto rovesciando la religione oggi dominante: questa religione, imposta da Bruxelles, sospinta dalla globalizzazione, vuole l'uomo a taglia unica, a pensiero unico, standardizzato nel suo essere, grazie ad un'infinità di regole, vincoli, procedure, volti a comprimere le diversità dei territori e a realizzare l'uomo uniforme, il mangiare e il pensare uniforme.Per sprigionare le energie creative e produttive, represse nel paese, occorrono dunque gesti politici di forte rottura (su tutti, il referendum per togliere dalla Costituzione la sottomissione ai vincoli europei).
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