Al cinema "Ocean's 8": quando il già visto si veste di #MeToo

Un film all-female e dal glamour hollywoodiano, destinato, vista la formula narrativa usurata e i dialoghi poco brillanti, a spettatori poco esigenti

Al cinema "Ocean's 8": quando il già visto si veste di #MeToo

"Ocean's 8", spin-off della saga di ladri più famosi nella storia del cinema, esce a diciassette anni di distanza dal primo capitolo e a undici dal terzo e ultimo.
Peculiarità del film è l'avere un cast tutto al femminile composto di celebrità come Sandra Bullock, Cate Blanchett, Anne Hathaway, Mindy Kaling, Sarah Paulson, Awkwafina, Rihanna e Helena Bonham Carter. Sebbene sia stato chiarito ufficialmente che la stesura del progetto è antecedente all'era #MeToo, è indubbio che "Ocean's 8" possa essere visto come espressione del potere al femminile rivendicato dal movimento.
La trama ha per protagonista Debbie Ocean (Sandra Bullock), sorella del leggendario Danny. Dopo circa sei anni di prigione spesi a programmare la rapina del secolo, la donna mette insieme una squadra di professioniste in grado di garantirle il furto di una collana da 150 milioni di dollari durante il Met Gala a New York. In ballo, però, non c'è solo il bottino ma anche una vendetta personale.
In osservanza alla liturgia del politicamente corretto, l'ensemble attoriale vanta un mix razziale pesato col bilancino. Naturalmente l'idea di riunire volti noti e glamour hollywoodiano sta portando enormi frutti al botteghino ma, come spesso accade, l'aggettivo memorabile si adatta al termine incassi e purtroppo non all'opera in sé. Azione, humor, vestiti stupendi e cammei di celebrità sono gli ingredienti di un film in cui tutto funziona come un orologio svizzero ma che non tiene mai col fiato sospeso. A quanto girato da Gary Ross (già regista di "Hunger Games" e "Pleasantville"), mancano sorprese e picchi adrenalinici, il che determina l'assoluta assenza di pathos. Il pubblico è destinato a dilettarsi semplicemente contemplando lo sfarzo estetico della pellicola e giocando a riconoscere guest star tra cui Anne Wintour, Adriana Lima, Serena Willliams, Heidi Klum, Kim Kardashian e Katie Holmes.
Se George Clooney, Brad Pitt e Matt Damon nei panni che, nel film "Colpo Grosso", furono di Frank Sinatra, Dean Martin e Sam Davis Jr. risultavano godibili e convincenti, il cast all-star di "Ocean's 8" appare meno incisivo. Anne Hathaway diverte nei panni di un'attrice tutta isterie e divismi, così come Helena Bonham Carter in quelli di una fashion designer in disgrazia, ma Rihanna lascia abbastanza indifferenti come hacker e deludono le interpreti di punta, Bullock e Blanchett, la cui espressività è oramai sacrificata sull'altare dell'eterna giovinezza.


Il film è scorrevole, ricalca pedissequamente i titoli precedenti, strizza l'occhio a "Il diavolo veste Prada" e propone otto piccoli ritratti di donne assai diverse tra loro. In definitiva è un prodotto commerciale in grado di regalare spensieratezza purché ci si accontenti che a brillare sia la confezione piuttosto della sceneggiatura.

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