"Onward - Oltre la magia" arriva finalmente nelle sale dopo essere stato rimandato lo scorso marzo a causa della pandemia.
Diciamo subito che il nuovo film targato Disney Pixar non ha i tratti folgoranti di un titolo d'animazione destinato a diventare un nuovo classico come "Coco", per intenderci e citare il più recente. Siamo comunque di fronte alla degna occasione affinché il grande pubblico delle famiglie torni al cinema. I temi toccanti ed edificanti, il piglio divertente e la consueta perfezione tecnica cui la casa di produzione ci ha abituati, permettono a grandi e piccoli di trascorrere un'ora e mezza in un'avventura ammantata di magia.
Partendo dall'esperienza personale del regista, orfano di padre in tenera età, il film è un racconto di formazione declinato ora come teen drama, ora come action-fantasy in cui si parla di superamento del lutto e di viaggio alla scoperta di sé.
Protagonisti di "Onward" sono due fratelli elfi adolescenti, Ian e Barley Lightfoot, che hanno l'opportunità inaspettata di trascorrere un altro giorno con il loro defunto padre. E' a questo scopo che, a bordo di un epico furgoncino, intraprenderanno un viaggio pieno di mappe, incantesimi, ostacoli e scoperte.
Siamo in un mondo urban-fantasy popolato da creature incantate che nei secoli hanno perso l'uso della magia perché resa obsoleta dall'avvento della tecnologia. Una forma di pigrizia quella di delegare le mansioni quotidiane ai dispositivi tech, il cui risultato è stato il progressivo spegnimento della scintilla interiore che rendeva speciale la vita di ognuno. E' così che qui girano unicorni abbrutiti, draghi addomesticati e una serie di figure pittoresche che hanno asservito la loro vera natura a una maschera conforme ai tempi, vivendo una bugia e dimenticando il potenziale nascosto in ogni loro fibra.
Una premessa accattivante, con evidenti rimandi alla società moderna in cui l'inventiva e l'iniziativa del singolo si sono atrofizzate, paghe della comodità indotta dal progresso, ma soprattutto in cui si sposano valori e ambizioni per moda anziché perché ci somigliano. Meno a segno, sulle prime, è invece l'impatto con un character design capace di conquistare solo in itinere.
Tradizionale “viaggio dell’eroe” attualizzato in un road-movie che gioca col ribaltamento di diversi cliché, "Onward" presenta personaggi femminili agguerriti e, come unico vero villain della storia, l'insicurezza cronica del protagonista.
In quest'ultimo, ogni blocco emotivo adolescenziale viene a poco a poco superato con la comprensione di vari e preziosi concetti. Ian, e con lui il pubblico più adulto, è chiamato a capire che non esiste futuro senza abbracciare il passato, farci pace e congedarlo. Trovare il giusto equilibrio tra realismo e aspirazioni interiori è la chiave per un'esistenza serena in cui per "magia" s'intenda la capacità di vivere con passione, di trarre il buono da quel che ci succede e di credere che tutto sia possibile se voluto davvero.
In questo senso, nessun incantesimo è tanto potente quanto quello di scoprire, attraverso "l'ardore del cuore", chi siamo destinati a diventare.I più piccoli ovviamente si perderanno molti di questi contenuti ma avranno modo di divertirsi durante tutta la parte centrale e più corposa del film, quella colma di gag avventurose.
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