La prima notizia è che Star Wars: Gli Ultimi Jedi diretto da Rian Johnson inizia quasi dove finiva il precedente finisce ed è la prima volta che accade. «In una galassia lontana lontana», come recita il mitico opening crawl (il testo mobile iniziale), ci troviamo immersi nella guerra tra il Primo Ordine, l'organizzazione che vuole ricostruire il malvagio Impero Galattico, e la Resistenza. Finn (John Boyega), il soldato disertore del Primo Ordine, lotta per riuscire a scongiurare la distruzione delle astronavi della Resistenza. A questa vicenda si affianca quella del personaggio femminile introdotto nel precedente Star Wars: Il risveglio della forza ossia Rey (Daisy Ridley) che ha trovato Luke Skywalker (Mark Hamill), il maestro Jedi, in un luogo segreto. Proprio qui, due anni fa, finiva il precedente film e Star Wars: Gli Ultimi Jedi ne è il seguito diretto anche se non risolutivo. Perché siamo solo al secondo episodio della cosiddetta trilogia sequel di quella prima mitica trilogia di Guerre Stellari che George Lucas ideò nel 1977 e a cui lo stesso regista ha fatto seguire dal 1999 la trilogia prequel. Dunque si tratta dell'ottavo film della saga e tra due anni ci sarà l'ultimo (con un nuovo regista, Colin Trevorrow, che dovrà gestire la prematura scomparsa dell'attrice Carrie Fisher, la principessa Leia) ma già si parla - roba da matti - di un'altra trilogia su cui il nuovo regista che è stato chiamato a dirigere questo episodio, Rian Johnson, avrà un ruolo molto importante.
Anche lui, come Abrams, è cresciuto nel mito della saga e dei personaggi creati da George Lucas. E questo è un dato che si ritrova anche in Star Wars: Gli Ultimi Jedi che è ancora una volta la (ri)costruzione di un mito come se fosse un Lego con gli stessi pezzi originali che, rimontati diversamente, danno un'altra immagine. Ma il gioco è lo stesso e forse è anche questo che dà sicurezza agli spettatori. Perché una certa razione di madeleine proustiana è sempre piacevole per accarezzare i fan vecchi e nuovi. E Rian Johnson in questo è bravissimo, cita e riusa tutto l'utilizzabile (torna, oltre a Chewbacca, il mitico maestro Yoda che parla in rima). Arrivando in qualche modo a essere più fedele di Abrams a Lucas stesso, senza però riuscire a utilizzare nello stesso modo disincantato l'originale ironia che, comunque, anche in questa pellicola non manca.
Il carattere fortemente femminile (una vecchia idea di Lucas) impresso già all'episodio precedente trova in Star Wars: Gli Ultimi Jedi il suo perfetto compimento grazie anche all'introduzione di nuovi personaggi come quello di uno degli ufficiali della Resistenza interpretato da Laura Dern, sempre in polemica con il capitano Poe Dameron (Oscar Isaac), nel momento in cui la principessa Leia è stata ferita e si trova in coma. Così come è centrale il personaggio di Rose Tico, interpretata da Kelly Marie Tran, che si trova ad aiutare, insieme sempre al simpaticissimo robottino sferoidale BB-8, il soldato Finn intento a trovare il modo di arrivare al cuore del malvagio Primo Ordine. Per fare questo i due trovano un alleato sui generis nel ladro che si fa chiamare Dj (uno strepitoso Benicio Del Toro) che li porta fin dentro l'ammiraglia del Primo Ordine. Ma nessuno è fino in fondo ciò che sembra e il regista Rian Johnson, autore anche della sceneggiatura, si diverte a sparigliare le carte facendo diventare quasi buoni, temporaneamente, personaggi della forza oscura come Kylo Ren interpretato da Adam Driver. Nel film si scoprirà il rapporto stretto che lo lega con il personaggio di Rey mentre sono sotto controllo del mefitico Snoke, il leader supremo del Primo Ordine. I maiuscoli Bene e Male ancora una volta rischiano di confondersi in un film che ha inaspettati colpi di scena anche se bisognerà aspettare il prossimo episodio, tra due Natali, per vedere, forse, una conclusione.
A proposito di guerre stellari natalizie però una cosa è certa. Star Wars: Gli Ultimi Jedi che esce oggi distribuito dalla Disney in un numero quasi da record di 850 copie vincerà sicuramente la battaglia degli incassi in Italia (in tutto il mondo i bookmakers scommettono che possa pure insidiare le vette di Avatar e Titanic).
Forse neanche i tre autarchici cinepanettoni che escono insieme domani, Poveri ma ricchissimi di Fausto Brizzi, Natale da chef di Neri Parenti e Super vacanze di Natale di Paolo Ruffini, riusciranno a superare i 20 milioni di incasso (il precedente ha superato i 25 milioni) che gli esperti pronosticano per l'ennesimo episodio di una delle saghe più amate dal pubblico mondiale. Complice una miscela perfetta, quasi una formula brevettata, di avventura, azione, fantascienza, fantasy, senza mai dimenticare l'introspezione di alcuni personaggi ritratti nella loro drammaticità esistenziale.
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