Da anni gira i teatri d’Italia portando in scena lo spettacolo “Up and Down”, il cui cast è formato da ragazzi con la sindrome di Down e, proprio con la loro complicità, Le Iene hanno organizzato uno scherzo ai danni di Paolo Ruffini.
Accolto dalla sua collaboratrice, Ruffini è stato immediatamente informato della sparizione improvvisa di Giacomo, uno degli attori impegnati nello spettacolo. Sbalordito per quanto accaduto, però, la vittima de Le Iene ha preferito non allarmare gli altri ragazzi spedendoli sul palcoscenico per le prove. La preoccupazione di Paolo, intanto, è cresciuta e, quando gli altri attori hanno iniziato a chiedersi dove fosse l’amico Giacomo, Ruffini è riuscito a trattenere a stento la paura.
Tutto sembrava essersi risolto quando Giacomo si è messo in contatto telefonico con lui. “Ho trovato due persone che ti devono parlare – ha detto l’attore a Paolo, inconsapevole che di lì a poco avrebbe avuto a che fare con due agenti della Questura di Trento - . Abbiamo trovato questo signore in un negozio di abbigliamento che stava tentando un furto”. Sono bastate queste parole a far sì che il volto di Ruffini si irrigidisse, ma il suo pensiero ha continuato ad essere rivolto a Giacomo. “Hai sbagliato, ma le magliette te le ricompro io tesoro”, ha detto lui al ragazzo che aveva raccontato ai poliziotti di aver rubato proprio su richiesta di Ruffini.
Il ritorno di Giacomo a Teatro ha rasserenato l’autore dello spettacolo, che ha tentato di risolvere la questione in maniera umana evitando qualunque inutile procedimento. L’atteggiamento pacifico di Ruffini, però, è radicalmente cambiato quando i finti poliziotti hanno deciso di confrontarsi da soli con Giacomo riguardo l’accaduto. Chiusi in una stanza da soli con il ragazzo, gli agenti lo hanno ammanettato al rubinetto e finto di picchiarlo, ma Paolo Ruffini non ha esitato ad pretendere che la porta venisse aperta e che la situazione si tranquillizzasse immediatamente. “Put...a Eva! Io a questa roba non ci sto! – ha sbottato - . Voi prima lo liberate e poi io vi seguo in Questura!”.
Ottenuta la richiesta, Paolo Ruffini è salito sulla macchina dei finti agenti di polizia. “Io preferisco i disabili alle persone come noi, come me e come lei, che hanno questa malafede continua e che vivono in questo mondo di mer.., dove voi giustamente operate”, ha iniziato a dire l’autore e conduttore, prima di scoppiare in lacrime quando ha capito di essere stato vittima di uno scherzo de Le Iene.
“Sono stato male, mi dispiaceva perché non è giusto – ha commentato Ruffino a Corti e Onnis - .Non sai quanto ci lavoro, alcune volte succedono delle cose che non dipendono da loro, e mi dispiace quando la gente non capisce”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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