Sull'onda del successo del film "Io sono Mia", prima al cinema e poi in onda su Rai Uno, la storia e l'arte di Mia Martini sono tornate prepotentemente alla ribalta. Addirittura anche su Spotify i suoi successi da "Piccolo Uomo" a "Almeno tu nell'universo" sono comparsi in classifica. Sono anche emerse vecchie interviste in cui Mimì, così era soprannominata da chi le voleva bene, raccontava l'inizio della terribile storia che la vedeva al centro di dicerie tra cui che portava jella.
Sui nomi che hanno contribuito a diffondere questa diceria si è molto parlato, soprattutto su una vecchia intervista rilasciata al magazine Epoca nel marzo del 1989. Mia Martini additava all'impresario Fausto Teddeu, nel 1970, la colpa di tutto perché aveva rifiutato la sua proposta di un contratto in esclusiva a vita. Poi "la delusione più cocente me la diede Gianni Boncompagni, un amico per l’appunto. Una volta fui ospite a DISCORING, lui era il regista. Appena entrai in studio sentii Boncompagni che diceva alla troupe: ragazzi attenti, da adesso può succedere di tutto".
Nei giorni scorsi si è anche fatto il nome di Patty Pravo tra coloro che ebbero un ruolo nel diffondere la fantomatica diceria su Mimì. Oggi l'interprete di "La Bambola", reduce dall'ultimo Festival di Sanremo, ha però diramato un comunicato stampa: "A seguito dei messaggi dal contenuto falso e offensivo ricevuti nei giorni scorsi, sono costretta a pubblicare il seguente comunicato.
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