Perché Filippo di Edimburgo è principe consorte e non re?

Il principe Filippo duca di Edimburgo e marito della regina Elisabetta non è mai stato incoronato re consorte, pur essendo uno dei membri più importanti della royal family e il motivo è legato alla consuetudine della royal family inglese

Perché Filippo di Edimburgo è principe consorte e non re?

Chi è attento ai dettagli avrà notato che il marito della regina Elisabetta, Filippo di Edimburgo, ha il titolo di principe, ma non di re consorte. Al contrario, invece, quando Camilla Shand o Kate Middleton saliranno al trono con i rispettivi mariti saranno a tutti gli effetti regine consorti. Dietro a questa apparente disparità c’è un motivo legato alla tradizione e che ci riporta indietro nel tempo. Il principe Filippo è nipote di re Giorgio I di Grecia. Come ricorda il magazine Elle, suo padre è il principe Andrea e sua madre è la principessa Alice di Battenberg (la bisnonna di Alice era la regina Vittoria, una delle zie l’ultima zarina di Russia). Negli anni Venti la famiglia di Filippo di Edimburgo venne esiliata a seguito della sconfitta greca nella guerra contro la Turchia. Nel 1917, su richiesta di Giorgio V, Filippo e i suoi genitori rinunciarono al “pesante” cognome tedesco Battenberg e, per naturalizzarsi come cittadini inglesi, adottarono il più britannico Mountbatten (allo stesso modo il casato della regina Elisabetta abbandonò il nome di Sassonia- Coburgo-Gotha e prese il nome Windsor).

Quando Filippo di Edimburgo sposò Elisabetta, dovette rinunciare ai titoli di principe di Grecia e di Danimarca. Subito dopo le nozze re Giorgio VI lo nominò duca di Edimburgo, conte di Merioneth e barone Greenwich. Fu la moglie, nel 1957, a concedergli il titolo di principe del Regno Unito. Tuttavia resta un fatto impossibile da trascurare: durante l’incoronazione della regina Elisabetta, avvenuta nel 1953, Filippo di Edimburgo non venne proclamato re consorte. Il marito di Sua Maestà ha altri privilegi, per esempio nel 1955 ottenne che al cognome Windsor venisse aggiunto anche Mountbatten. Inoltre dopo la regina è lui ad avere la precedenza su tutti i suoi familiari, anche sul figlio Carlo (ma non in Parlamento). Eppure Filippo di Edimburgo non sarà mai re. Il magazine Harper’s Bazaar sottolinea: “Nella royalty anglosassone la moglie di un re è chiamata regina consorte ma il marito di una regina è chiamato principe consorte e non re”.

Si tratta, dunque, di una convenzione, di una regola tradizionale che non ha un motivo evidente o una causa scatenante. Semplicemente la consuetudine ha stabilito la norma. Anche il marito della regina Vittoria, Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, fu principe consorte dal 1857 e per volere della moglie. Inoltre Alberto fu il primo (e unico) a fregiarsi di questo titolo. Per quel che riguarda, invece, la controparte femminile, si è sempre preferito usare “regina consorte” invece di “principessa consorte” e questo in genere è accaduto anche nelle altre monarchie europee. Se vogliamo cercare delle principesse consorti dobbiamo rivolgerci al Principato di Monaco, con Charlene moglie di Alberto e al Liechtenstein con la principessa Marie. Oppure dobbiamo "andare" in Marocco. Infatti la principessa Lalla Salma, moglie del re Mohammed VI, non è regina consorte, ma detiene un primato diverso: è la prima moglie di un sovrano marocchino a ricevere pubblicamente un titolo nobiliare.

A proposito di principesse consorti, dobbiamo tornare in Gran Bretagna e guardare al futuro. Il sito Town And Country Magazine ha risposto a un’altra domanda che molti si stanno ponendo. La moglie del principe Carlo sarà, un giorno, Sua Maestà la regina consorte? Di fatto sì, ma nel caso di Camilla entra in gioco una decisione personale. Clarence House ha comunicato che la duchessa di Cornovaglia utilizzerà solo il titolo di Sua Altezza Reale la principessa consorte.

Quando sarà il principe William a regnare, sua moglie, per consuetudine, diventerà regina consorte (salvo una diversa volontà personale), ma naturalmente verrà utilizzato il suo nome di battesimo, Catherine.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica