"Il Picasso non era suo". Ora Lucia Bosè rischia la galera

Lucia Bosè, attrice e madre di Miguel Bosè, è accusata di appropriazione indebita per un quadro regalato da Picasso alla tata di suo figlio

"Il Picasso non era suo". Ora Lucia Bosè rischia la galera

Un quadro di Paplo Picasso al centro di una disputa. La Chumbera, questo il dipinto al centro della contesa, è una donna multicolore con numerose gambe. Il soggetto dell'opera sarebbe quella "Reme" citata nella dedica, ovvero Remedios, la governante della famiglia Bosè-Dominguin nella cui casa il quadro è rimasto per 45 anni prima di essere venduto, nel 2008, a 198.607 euro.

Dopo la vendita del quadro, le nipoti della tata hanno accusato Lucia Bosé, moglie di Luis Dominguin e madre di Miguel Bosè, di appropriazione indebita. Perché il ricavato del quadro non è andato a loro, ma è rimasto nella disponibilità della famiglia Bosè. I Remedios sostengono che, poiché il quadro era stato donato da Picasso alla tata, il dipinto dovesse essere dato a loro dopo la morte della loro nonna nel 1995.

Così non è stato e la questione è finita in tribunale con Lucia Bosè accusata di appropriazione indebita. "Non è così - protestano al Corriere dall'entourage di Lucia Bosè -, quel disegno fu regalato da Remedios a Miguel, per il quale ha rappresentato una seconda mamma. E infatti il ritratto rimase a Somosaguas, assieme ad altre opere che l' artista realizzava durante le sue visite, come parte della collezione di famiglia". In effetti, quando la governante se ne è andata dalla casa di Somosaguas per andare a lavorare in un albergo di Lucia Dominguin, altra figlia di Lucia Bosè, a Estremadura, il quadro non seguì la tata. Ma di quel regalo di "Reme" a Miguel non ci sarebbero prove.

O almeno non inconfutabili. E così il rischio è che l'unica "prova" sia quella dedica posta da Picasso. Il Pm ha chiesto due anni di carcere per Lucia Bosè oltre alla restituzione del frutto della vendita alle legittime parenti della governante

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