Pino Daniele è morto per "un'occlusione di un bypass aortocoronarico", che ha limitato il flusso del sangue al cuore e ha provocato un infarto.
Lo direbbero i primi esami la consulenza medica disposta dalla procura di Roma sul cantante, morto lo scorso 4 gennaio dopo una corsa in auto dalla sua casa di Grosseto all'ospedale Sant'Eugenio di Roma. Una corsa che probabilmente gli è costata la vita: un soccorso più veloce, con una diagnosi tempestiva in un centro medico più vicino forse avrebbe potuto salvarlo. Del resto quella sera era stato chiamato il 118, ma ai paramedici dell'ambulanza venne chiesto il dietrofront dalla famiglia Daniele perché l'artista voleva farsi visitare dal centro che lo aveva in cura e dove aveva una visita programmata per i giorni successivi.
"Dire che Pino Daniele si poteva salvare è un’affermazione assolutamente infondata e prematura", dice però il medico legale Vittorio Fineschi, "I primi risultati sulle analisi che stiamo svolgendo si avranno non prima di un mese.
Da circa una settimana abbiamo avviato una serie di esami specifici analizzando i prelievi e in particolare sul cuore del cantante. Dire che si sarebbe potuto salvare è un’affermazione che non si basa assolutamente su dati scientifici e medici. Al momento stiamo ancora verificando le condizioni che hanno portato alla morte dell’artista".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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