Il ponte delle spie è il film diretto da Steven Spielberg che andrà in onda questa sera alle 20.40 su Rai 3. Tratto da un'incredibile storia vera, la pellicola è interpretata da Tom Hanks e da Mark Rylance, che per la sua interpretazione vinse il premio Oscar come miglior attore non protagonista.
Il ponte delle spie, la trama
James Donovan (Tom Hanks) è un avvocato di New York che vede la sua tranquillità venire messa a rischio quando riceve l'incarico di difendere Rudof Ivanovic Abel (Mark Rylance), una spia sovietica che deve comparire in un processo negli Stati Uniti. Lo studio per cui l'avvocato lavora spinge affinché Donovan ottenga un verdetto a sfavore del suo assistito, ma l'etica dell'uomo lo spinge a cercare di dare ad Abel un equo processo. Tra i due nasce un bel rapporto d'amicizia che spinge Donovan a evitare all'uomo la pena di morte, ma non lo salva dalla condanna a trent'anni di reclusione. Dopo essersi preso il malcontento generale dell'opinione pubblica, che lo vede come un amico dell'Unione Sovietica in piena Guerra Fredda, Donovan non si arrende e qualche anno più tardi cercherà di aiutare l'amico russo ad ottenere la libertà.
L'Unione Sovieta, infatti, ha catturato il pilota Francis Gary Powell (Austin Stowell) e il governo sovietico è aperto a uno scambio. Così Donovan, incurante delle proteste delle persone che ha intorno, decide di partire per Berlino e di organizzare lo scambio sul Ponte di Glienicke. Quello che l'uomo non sa è che è entrato in una fitta rete di spie e strumentalizzazioni, in cui il suo apporto può essere fondamentale, ma anche distruttivo.
La vera storia dietro il film
Per realizzare il film Steven Spielberg si è ispirato dettagliatamente a dei veri eventi che sono accaduti durante la Guerra Fredda. Nello specifico Il ponte delle spie è tratto da uno storico scambio avvenuto tra agenti degli Stati Uniti e agenti dell'Urss il 10 febbraio 1962 sul Ponte di Glienicke, a Berlino, che da allora assunse il nome comune di Ponte delle Spie, proprio perché sulla sua superficie avvenivano molto spesso scambi tra spie e prigionieri. L'agente sovietico Rudolph Ivanovich Abel, come raccontato dal sito dell'Internet Movie Data Base, inviava e riceveva messaggi cifrati che venivano nascosti all'interno di monete, vecchi bulloni e batterie ormai inutilizzabili. L'FBI venne a conoscenza del traffico illegale di informazioni per puro caso nel 1953. La scoperta fu causata dall'inesperienza di un giovane agente sovietico che lavorava con Abel, Reino Hayhanen, che spese ingenuamente un nichelino vuoto, dandolo nelle mani di un fattorino. Quest'ultimo si rese conto che la moneta che aveva tra le mani era troppo leggera e la lasciò cadere sul marciapiede, presumibilmente credendo che si trattasse di un falso. Ma a contatto con l'asfalto la monetà si aprì, rivelando agli occhi dell'ignaro fattorino un frammento di un microfilm con un messaggio in codice. Deluso e arrabbiato con il suo collega, Abel lo rispedì in Unione Sovietica, ma Hayhanen disertò nel 1957: divenne un informatore degli Stati Uniti, spiegò come decifrare il codice e denunciò Abel alle autorità.
Come scrive No Spoiler, Abel venne fermato il 21 Giugno 1957 e, dopo essere stato riconosciuto colpevole di tre capi d'imputazione nel novembre dello stesso anno venne condannato a più di trent'anni di prigione e a pagare una multa di tremila dollari. Tuttavia la condanna non arrivò mai alla fine, perché il 10 febbraio 1962 venne liberato con lo scambio a Berlino. Uno scambio che era già cominciato nel maggio del 1960, quando nei cieli russi venne abbattuto un aereo spia U-2, riconosciuto con il nome in codice di Lady Dragon. Come riporta Panorama, l'evento fece abbastanza scalpore e suscitò interesse da parte dell'opinione pubblica, dal momento che l'abbattimento dell'aereo arrivava in seguito alla violazione dello spazio aereo tra Russia e Stati Uniti d'America: un reato grave che avrebbe potuto condurre anche alla guerra nucleare.
Alla guida del velivolo c'era Francis Gary Powers, che all'inizio venne creduto morto dal suo governo, ma Kruscev smentì presto questa convinzione, mostrando in televisione un Powers che, vista la situazione, era in ottime condizioni di salute. Gli Stati Uniti - che avevano cercato di giustificare la presenza dell'aereo come una missione metereologica finita male - fecero una pessima figura davanti alla critica internazionale, ma si adoperarono comunque per riportare il pilota a casa, per poi processarlo per non avere rispettato quelli che erano i piani di volo. La storia di Abel e del pilota Powers si incrociò anche con quella di Frederic Pryor, uno studente di Yale che stava svolgendo un dottorato di ricerca nell'Università libera di Berlino. L'Unione Sovietica lo arrestò credendolo una spia straniera, accusandolo di possesso di materiale confidenziale.
Sulla testa del ragazzo, dunque, cominciò a pendere una possibile condanna a morte. A cambiare questo disegno politico ci pensò l'arrivo dell'avvocato James Donovan a Berlino, che riuscì ad ottenere la liberazione dei due ostaggi americani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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