E così, il tema della discriminazione razziale entra anche nel mondo della lirica attraverso una delle sue interpreti migliori: Pretty Yende. Anche se il soggetto, visto il suo successo internazionale, non sembra essere proprio un tipico oggetto di razzismo. Anzi, semmai il simbolo di una carriera folgorante.
Ma il concetto espresso, purtroppo, è molto semplice. Se sei nero e non hai successo è perché sei discriminato. Se sei di pelle nera e hai successo, come nel caso di Pretty Yende, soprano sudafricana di etnia zulu, devi per forza diventare un simbolo della lotta contro la discriminazione. Anche non ce n'è motivo.
La soprano sarà a Pesaro insieme a Juan Diego Flórez come protagonista di Ricciardo e Zoraide, opera che apre il Rossini opera festival. Un successo personale ma anche uno dei tanti episodi positivi di una carriera brillante, che vede la cantante lirica calcare il Metropolitan di New York e i migliori teatri del mondo. Ma in un'intervista concessa a La Repubblica , non poteva mancare lo spot sul razzismo: "È chiaro che un muro di pregiudizi sta cadendo. Però le istituzioni musicali classiche devono ancora lavorare molto per risolversi a ingaggiare giovani artisti neri storicamente esclusi da questa meravigliosa forma d’arte. E io mi batterò per questo".
Un modo di pensare errato, sottolineato in maniera egregia da Fabrizio La Rocca per La Verità: "Un approccio che sembra riprodurre sotto mentite spoglie esattamente la mentalità che si vorrebbe
contestare: come se l’artista fosse innanzitutto la portatrice di una particolare sfumatura epidermica e di un determinato bagaglio etnico, e solo secondariamente di un talento, di una personalità, di una professionalità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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