Matteo Sacchi
All'inizio c'è un ragazzino fragile e malato. Vale per la finzione letteraria e per la realtà. Bram Stoker (1847-1912), l'autore di Dracula - e di molti altri romanzi spesso scritti sfruttando la forma epistolare - era un bambino molto cagionevole sin dalla sua nascita, avvenuta nel villaggio di Clontarf vicino a Dublino. Sino ai sette-otto anni difficilmente poteva alzarsi dal letto, veniva improvvisamente colpito da forti febbri, doveva rimanere sempre chiuso nella sua stanza, tutti lo davano per destinato ad una esistenza breve, uno di quei bambini a cui nell'Ottocento era meglio non affezionarsi troppo. Abbastanza per provare sulla propria pelle la sensazione di essere un non morto bloccato nella sua tomba, anzi un non vivo costretto a guardare scorrere dalla finestra le vite degli altri, magari inconsciamente desideroso anche di succhiarla via quella forza vitale, così scontata per il prossimo, di farla propria per salvarsi.
Poi, stupendo i medici che lo avevano in cura, compreso lo zio paterno, a partire dai sette anni si riprese prodigiosamente. Sino a trasformarsi, ai tempi dell'università al Trinity College, in un brillante atleta.
E anche questa guarigione misteriosa potrebbe tranquillamente stare in un romanzo dove agiscano sfuggenti esseri della notte con la loro macabra ma vitalistica magia. È da qui che prende le mosse, mischiando realtà e fantasia, il romanzo Dracul appena pubblicato da Nord (pagg. 468, euro 18,60). A scriverlo è uno Stoker, ma Dacre Stoker che di Bram è il pronipote e il gestore del Bram Stoker Estate. Aiutato dal bestsellerista J. D. Barker, Dacre ha trasformato il giovane Bram nel protagonista di un romanzo gotico che immagina un vampiro vero alle origini di quello letterario.
Sfruttando l'accesso alla documentazione di famiglia Dacre Stoker porta il lettore nell'Irlanda del 1854. Il piccolo Bram, malato, tiene un diario in cui racconta della sua incredibile e amorevole tata, Ellen. È comparsa misteriosamente anni prima chiedendo lavoro nell'Irlanda travolta dalla grande carestia della patata (causò un numero indicibile di morti per fame). All'inizio i genitori di Bram (terzo di sette fratelli) l'hanno accolta più per pietà che altro, pensando ad un impiego di pochi giorni. Però quando il piccolo Bram sta male e i medici sembrano impotenti, tata Ellen non ascolta ragioni, lo porta nella sua camera e si chiude dentro. Quando esce il bambino incredibilmente sta meglio. In casa non se ne parla, si attribuisce tutto al caso, ma nessuno si sente di mandarla via.
Certo Ellen non brilla per i lavori domestici, e anche la sua abitudine di scomparire ogni tanto per alcuni giorni... La signora Charlotte Mathilda Blake Thornley in Stoker ovviamente va su tutte le furie e pensa di licenziarla, ma poi... Il piccolo Bram le è così affezionato, con lei rifiorisce, e anche gli altri bambini, le vogliono così bene. Tanto per dire Matilda, la sorella di Bram che diventerà una pittrice di vaglia, passa moltissimo tempo a disegnare tata Ellen. Certo è strano. Ogni volta che Matilda disegna qualcuno, c'è già chi la paga per il ritratto, il risultato è perfetto, fotografico. Invece le decine di ritratti di tata Ellen non le assomigliano mai davvero. E quanti anni ha tata Ellen? Tutti danno una risposta diversa a seconda dei giorni. Soprattutto quando porta Bram nella sua stanza per curarlo sembra improvvisamente invecchiare, e anche il colore dei suoi occhi cambia in modo inspiegabile, ma gli adulti sembrano non notarlo.
Alla fine saranno Bram e la sorella Matilda a porsi delle domande e a cercare delle risposte soprattutto dopo che il futuro scrittore ha una crisi più grave delle altre e l'intervento della tata gli provoca una guarigione davvero miracolosa e accompagnata da due minuscoli forellini sul polso... Ma a questo punto, in una notte piena di fatti inquietanti, la misteriosa Ellen scomparirà lasciando quasi orfani i piccoli Stoker... Per ricomparire anni dopo senza essere invecchiata di un giorno.
Non è il caso di rivelare il resto della trama, rovinando il divertimento al lettore, basti dire che Dracul è un romanzone gotico ben congegnato che gioca bene rivitalizzando tutti i cliché del genere e facendo benissimo il verso allo Stoker originale, a partire dallo stile
diaristico epistolare. Il Bram scrittore probabilmente apprezzerebbe le peripezie del Bram personaggio. E vedendo l'opera del nipote, fatta forse qualche pulce agli eccessi si complimenterebbe dicendo: «Buon sangue non mente...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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