Il Principe Azzurro di casa Savoia in lotta contro la forza del Male

Emanuele Filiberto annuncia su Twitter che il tumore è tornato: "Sono a Ginevra, mi opero di nuovo... Passeremo anche questa"

Il Principe Azzurro  di casa Savoia in lotta  contro la forza del Male

Quattro mesi fa gli è entrata la sciagura nella vita e ieri, su Twitter, ha spiegato che non è ancora riuscito a farla sloggiare. «Il male si è ripresentato. Sono a Ginevra perché domani mattina alle otto (oggi, ndr) mi opero di nuovo ... Passeremo anche questa...». Glielo auguriamo tutti, davvero, a Emanuele Filiberto (trentanove anni, sposato con l’attrice francese Clotilde Courau e padre di due bambine) di passare anche questa. Lo auguriamo al giovane uomo che, guardato all’inizio con un po’ di sospetto per l’aria anacronistica, l’accento impastato da troppe patrie e un’improbabile pubblicità dei cetriolini di qualche anno fa, alla fine è stato quello che ci ha fatto «perdonare» ai Savoia quello che ritenevamo di dover «perdonare» ai Savoia. Quattro mesi fa aveva subito un intervento nella stessa clinica di Ginevra nella quale lo hanno riaddormentando questa mattina, per andare a stanare il male, a tagliarlo via: un tumore al setto nasale che ora si è ripresentato «in più focolai».

Trentanove anni e un orrendo esattore che gli picchietta la spalla, caccia il piede in mezzo alla porta del destino, e la tiene aperta senza essere stato nemmeno invitato a entrare. Come se ogni tanto il sangue non sapesse che ora è e si dimenticasse che non è ancora ora.

Un’infanzia gonfiata di privilegi ma anche di pregiudizi dai quali ha saputo scrollarsi nella maniera più inconsueta. La «riabilitazione» in diretta tv. L’impeccabile condotta a un reality show (Ballando con le stelle, condotto dalla più signora del piccolo schermo, Milly Carlucci), il sodalizio con Pupo e l’ultimo programma su Cielo, Il Principiante, nel quale si cimentava in lavori umili e nobilitanti (davvero). Mentre stava sulle punte per Raiuno, noi stavamo sulle spine: con l’implacabile senso del giudizio lucidato e scattante come una tagliola, pronti a condannarlo al primo errore. E il mambo non c’entrava. Invece per tutta la durata della trasmissione non abbiamo visto in Emanule Filiberto alcuna spocchia, alcun fastidio malcelato, alcuna condiscendenza infastidita, alcuna falsa educazione. Eravamo stati costretti ad ammettere che ci era piaciuto e basta, fuori dalla pista ancor più che durante il valzer. Senza scivoloni e inciampi. Bravo.

Con le fan che lo intercettavano per strada, con la ballerina che gli era toccata in sorte (niente meno che Natalia Titova), con gli urticanti commenti dei giudici. La notte in cui vinse, sudato, stanco, stropicciato si era anche un po’ commosso perché la coppa concessa dal reality di Raiuno sembrava la riappacificazione con l’Italia intera. Il perdono dell’Italia intera. Il ritorno in patria dall’ingresso più inconsueto. Non c’erano polemiche, eredità contese, esilii quella notte, mentre ringraziava Milly e dedicava la vittoria alla Titova che in patria lo aveva fatto rientrare.
E poi «I Raccomandati», con Enzo Ghinazzi in arte Pupo, altro verace dello show business, e poi la scelta abbastanza geniale di mettersi a girare il Paese come operaio, pizzaiolo, netturbino... e di intitolare il programma Il Principiante. Da quando è stato capace di riabilitarsi da colpe nemmeno sue non ha mai sbagliato una volta. Scelte a volte scioccanti, ma mai impopolari.

Nemmeno ieri su Twitter dove ha deciso di cinguettare di quell’accidente che qualche mese fa

aveva messo via e che ora ha dovuto «riprendere in mano» dove l’aveva lasciato. Come un dolente ricamo a punto croce. «... Passeremo anche questa...». Glielo auguriamo davvero a Emanuele Filiberto che è il meglio dei Savoia.

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