Perché il principe Harry continua ad attaccare la royal family, tirando fuori eventi dolorosi del suo passato che, forse, dovrebbero rimanere privati, facendo del male anche a se stesso? E per quale motivo proprio ora? Le ultime dichiarazioni a Oprah Winfrey, nel programma sulla salute mentale “The me you can’t see” che la conduttrice americana e il duca hanno ideato insieme, stanno scuotendo Buckingham Palace.
Harry furioso
Il principe ha rotto gli argini della discrezione, rivelando: “Bevevo tanto alcol quanto se ne beve in una settimana. Non perché mi divertissi, ma perché cercavo di nascondere il dolore”. Il riferimento, naturalmente, è alla morte di Lady Diana. Harry lamenta di essere rimasto solo di fronte alla sofferenza: “Ogni richiesta di aiuto è stata accolta con silenzio totale, totale abbandono”, ha raccontato. La dipendenza da alcol e anche da droghe sarebbe stata una reazione a eventi più grandi di lui, un modo per allontanarsi dalla realtà e non percepire il vuoto lasciato dalla madre.
Una ferita, questa, talmente profonda da procurare attacchi di panico al duca di Sussex, che ha proseguito: “Il ticchettio e il lampeggiamento delle telecamere mi fanno ribollire il sangue. Mi fa arrabbiare e mi riporta a quello che è successo a mia madre e alla mia esperienza da bambino. Ero così arrabbiato per quello che le era successo e per il fatto che non ci fosse affatto giustizia. Le stesse persone che l’hanno inseguita nel tunnel, l’hanno fotografata morente sul sedile posteriore di quell’auto”. Un trauma, per il principe Harry, che rischiava di ripetersi con Meghan Markle: “Abbiamo trascorso quattro anni cercando di far funzionare tutto…Ma Meghan stava lottando”. Da lì la decisione, all’inizio osteggiata dalla royal family, di mettere l’oceano tra loro e Londra.
Le colpe di Carlo
Sembra, però, che il principe non sia riuscito, se non a superare la tragedia, quantomeno a tentare di guardare con più serenità se stesso (era solo un bambino quando Diana morì) e la sua famiglia. Secondo gli esperti questa continua necessità di esporsi con affermazioni del genere (proprio lui che ha sempre chiesto la privacy), unita al livore con cui le pronuncia, potrebbe avere una spiegazione e un presunto colpevole, il principe Carlo. Secondo l’esperto reale Tom Quinn la rabbia del principe Harry nascerebbe nel periodo in cui un era militare in missione in Afghanistan nel 2007.
Il duca di Sussex, infatti, venne richiamato in patria dopo sole 10 settimane di servizio e pensò che la colpa fosse della stampa che continuava a seguirlo, rendendo noti i suoi spostamenti e facendone, così, un bersaglio facile per i terroristi. Quinn, invece, ha raccontato una versione diversa della storia: “Un Harry furioso sembrava ritenere la stampa responsabile per la morte di sua madre e la frenata alla sua carriera militare. Poi scoprì che era coinvolto anche suo padre. Purtroppo Carlo era implicato nella decisione di richiamare suo figlio. È stato un altro esempio di Carlo Padre che fa qualcosa che a Harry Figlio non è piaciuto”. Da quel momento il rapporto tra i due si sarebbe incrinato e il principe Harry avrebbe portato dentro un rancore che lo ha logorato.
I demoni di Harry
Dobbiamo pensare che tutte queste interviste lo aiutino a superare i suoi problemi? Per l’esperto Duncan Larcombe, no. A Closer quest’ultimo ha spiegato: “Cerca disperatamente di persuadersi di aver trovato la felicità” ma “è tutt’altro che felice”. Larcombe ha studiato i discorsi più recenti del principe Harry ed è sicuro di una cosa: “Le persone serene non criticano, non creano polemiche. Piuttosto cercano di fare ammenda, di trovare pace”.
Il duca di Sussex, secondo Larcombe, deve ancora elaborare il lutto. Se non si decide a farlo, sottolinea l’esperto, “non potrà mai essere davvero felice. È chiaramente ancora a metà del suo viaggio verso la guarigione”.
Il principe Harry sta lottando contro i suoi demoni ma, finora, ad avere la peggio è stato lui. Larcombe ha chiosato: “Mi auguro che Harry riesca a uscire da questo disastro. Ma ora come ora sta bruciando ponti: a sinistra, a destra e al centro”.
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