Il pubblico boccia subito i brani «griffati»

L'unico a non rischiare nulla è stato Giuliano Sangiorgi dei Negramaro: ha composto due pezzi per Malika Ayane e quindi resterà comunque in gara fino alla fine. Ma per gli altri grandi autori che erano arrivati all'Ariston per interposta persona – ossia offrendo i brani ad altri artisti – è stata una carneficina.

Nella prima serata non hanno passato il turno Bellissimo che la Nannini e Pacifico hanno firmato per Mengoni (come autrice la Nannini aveva già vinto il Festival con la coppia Lola Ponce Gio Di Tonno). Idem per il Dr Jekyll Mr Hyde cantato da Molinari e Cincotti su volontà “postuma” di Lelio Luttazzi. Anche Enzo Gragnaniello non ha avuto fortuna visto che Maria Nazionale continuerà la gara con la canzone scritta per lei da Servillo e Mesolella. Centrato pure Federico Zampaglione dei Tiromancino, che l'altra sera si è visto bocciare il brano scritto per Chiara di X Factor e ieri ha pure incassato l'eliminazione di quello scritto per gli Almamegretta, Onda che vai. In poche parole, a parte Francesco Bianconi dei Baustelle (autore per Chiara), per le grandi firme è stato un massacro.

E dire che erano uno dei fiori all'occhiello di un Festival che il consulente musicale di Fazio, Mauro Pagani, volle, fortissimamente volle di un livello qualitativo più alto che in passato.
Ovviamente non è un bel segnale. Qualcuno ha già azzardato qualche timida spiegazione. La più ovvia è che i superbig abbiano concesso i cosiddetti «scarti di magazzino». Può essere, e di certo qualcuno dei brani, come ad esempio quello di Gragnaniello per la Nazionale, non sembravano “fittati” a dovere sul tipo di gara e sulle regole dei passaggi tv. Ma è una spiegazione troppo semplicistica: nessun artista consapevolmente rischia danni di immagine e credibilità in una manifestazione così importante. Qualcuno ha notato che a essere eliminati sono stati spesso i brani eseguiti per primi e non per secondi. E che il televoto è sempre stato “aperto” proprio all'inizio dell'interpretazione del secondo pezzo. Il che significherebbe che il pubblico da casa, magari meno attento e interessato, abbia votato la canzone che stava ascoltando quando è partita la votazione.

Anche questo è sbagliato: cinque volte su sette l'esito del televoto ha coinciso con quello della sala stampa molto “stimolata” all'attenzione anche dai funzionari della Ipsos responsabili della votazione.

E quindi? Magari la spiegazione è la più semplice: le canzoni sono risultate “unfit”, inadatte a Sanremo. Specialmente perché a scriverle saranno pure stati grandissimi autori. Ma si sono dimostrati lontanissimi dalla mentalità e dal passo festivaliero.

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