Il pubblico tifa per il «Vendicatore»

Quattro secoli prima di Antonin Artaud e di Alfred Jarry, Thomas Middleton aveva intuito che ci fosse qualcosa di misterioso nella spettacolarizzazione della crudeltà e della morte. Declan Donnelan firma regia e drammaturgia di questa Tragedia del vendicatore in coproduzione col Piccolo Teatro che inaugura la stagione. Lo spettacolo ha un cast tutto italiano e per la traduzione è stato chiamato un peso massimo come Stefano Massini. Questa partita a scacchi con la morte è un abile intreccio tra satira e tragedia. È una sorta di danza macabra dove tutti i personaggi sono connotati da caratteri specifici che si chiamano: Vindice, Lussurioso, Supervacuo, Spurio e Artificioso. Vindice (Fausto Cabra) per vendicare la sua amata violentata e uccisa dal perfido Duca (Massimiliano Speziani), perde il controllo di sé in un crescendo degno di un film di Tarantino e per punire l'uccisore della sua donna lo ripaga invischiandolo in un piano perverso. Riesuma infatti il teschio di quella poveretta, ne cosparge di veleno la bocca sistemandola poi in una alcova in modo da risultare un'esca per attirare questo perfido seduttore. È come se Vindice volesse uccidere il Duca due volte di seguito, facendolo assistere al tradimento della moglie con il figlio illegittimo.

Ricordiamoci che all'inizio dello spettacolo il pubblico parteggiava con Vindice, ma nel corso delle scene che si susseguono si rende conto dell'orrore di farsi giustizia da sé. Quindi la parabola di Vindice ci invita a riflettere su tutto questo. Bellissima regia con scene, luci, costumi e interpreti strepitosi.

TRAGEDIA DEL VENDICATORE - Milano, Teatro Strehler.

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